Crying Fist – Pugni di rabbia – Ryoo Seung-wan

Crying Fist - Pugni di rabbiaTae-shik e Sang-hwan sono a modo loro due perdenti. Il primo un ex olimpico di boxe che a 40 anni non ha un lavoro, abbandonato dalla moglie e dalla fortuna, puo’ solo combattere in strada per pochi spiccioli. Il secondo e’ un giovane delinquente, troppo stupido per fare altro malgrado la famiglia cerchi di aiutarlo e stargli vicino. Finira’ in galera e li’ scoprira’ la boxe come valvola di sfogo e a d un certo punto riscatto personale. Sara’ la boxe che dara’ una possibilita’ ad entrambi, anzi nell’incontro finale, solo uno avra’ la meglio.
Sempre bello il cinema orientale, in modi diversi originale anche con piccole cose, storie semplici ma ben delineate. La boxe ad esempio, sport che non piace troppo alle nostre latitudini, forse perche’ serve forza, disciplina, sacrificio. La si associa ai negri dei ghetti smarrendo pero’ il senso di arte nobile che le conviene. Questa e’ una storia sul dovere, su cio’ che si deve agli altri e a se stessi, senza sconti, percio’ e’ vicenda dura, drammatica, non risparmia nessuno, nemmeno lo spettatore. Il cinema orientale, meglio se coreano come in questo caso, ancora non soccombe al pietismo corretto. Se sei un disadattato paghi perche’ la colpa e’ solo tua, se sei un fallito lo stesso perche’ nessun altro puo’ farlo. Facile eppure sembra una storia che proviene da un altro mondo.
Ottima regia ma Ryoo Seung-wan ci ha gia’ abituati a questo. La sua bravura sta nel non farsi notare, raccontare tenendosi fuori dalla narrazione, come aprire una finestra sulla vita di qualcuno senza interferire. Nel match finale in realta’ la sua mano si vede eccome, riuscendo a girare senza stacchi un intero round, splendido balletto a tre dopo il quale ci si domanda ma quanto male devono essersi fati i due protagonisti e quanto e’ in gamba il regista. Bravi pure i due protagonisti, in particolare Min-sik Choi, il noto protagonista della trilogia della vendetta di Chan-wook Park e di produzioni occidentali come “Lucy“. Vero, drammatico, quel tanto di beffardo da sottolineare la tragedia della sua vita, davvero una gran bella prova.
Film doppiato in italiano, non ci sono davvero scuse per non vederlo

Scheda IMDB

Veteran – Ryoo Seung-wan

VeteranHwang Jung-min e’ un poliziotto da prima linea, testosterone come stile di vita, non prende troppo sul serio il suo lavoro malgrado il pericolo costante e la criminalita’ sempre piu’ violenta. Ha una moglie, un mutuo da pagare ma tanto coraggio, Insomma la classica testa calda che comunque un distretto della polizia vorrebbe avere tra i suoi.
Per lavoro viene in contatto con Yoo Ah-in, psicopatico rampollo di una ricca dinastia a capo di un’importante multinazionale coreana. Viziato, drogato, violento, in lotta coi fratelli per l’eredita’, il detective ancora non lo conosce ma sospetta qualcosa e quando un suo conoscente verra’ massacrato di botte davanti al figlio solo per aver domandato i soldi che gli spettavano, sara’ guerra. una guerra impari certo perche’ la famiglia di Yoo controlla informazione, giornali, finanche la polizia e il nostro dovra’ letteralmente battere il sistema per far trionfare la legalita’.
Film del 2015, successone in patria, tipo novanta milioni di dollari incassati su sei spesi e devo dire con buona ragione. Ryoo Seung-wan dirige un film d’azione che alterna commedia e dramma con buon equilibrio. Due ore ben ritmate, ben montate malgrado la poca fantasia dell’impianto generale. Si perche’ la pellicola e’ tratta pari pari dal cinema d’azione statunitense anni ’80, da "Beverly Hills cop" o uno Stallone qualunque, da "Arma letale" ai telefilm di "Miami Vice". Il poliziotto buono e’ un divertente maschio alfa molto coraggioso, il capitano un burbero ma onesto, la vittima un umile poveraccio che tiene famiglia, il cattivo un ricchissimo cocainomane senza scrupoli. L’inizio e’ sempre brillante, poi avviene il fattaccio, il buono si trova nei guai in apparenza senza rimedio, sino alla sconfitta finale del cattivo che fa una fine orrenda ma meritata. anche la fisionomia lombrosiana conferma il carattere dei persona, onesto e belloccio il buono, viscido e ipertiroideo la sua nemesi. Un classico talmente classico da ridefinire il classico, una sorpresa ritrovarlo con trent’anni di ritardo che in qualche modo lo rende originale.
Bravi anche gli interpreti, giusto feeling con la trama e fedeli all’idea di cio’ che incarnano e deve essere piaciuto anche al distributore italiano dal momento in cui e’ stato doppiato.
Mi ha fatto piacere vederlo e aspetto a colpo sicura un futuro e inevitabile seguito.

Scheda IMDB