Crying Fist – Pugni di rabbia – Ryoo Seung-wan
18 gennaio 2017 Lascia un commento
Tae-shik e Sang-hwan sono a modo loro due perdenti. Il primo un ex olimpico di boxe che a 40 anni non ha un lavoro, abbandonato dalla moglie e dalla fortuna, puo’ solo combattere in strada per pochi spiccioli. Il secondo e’ un giovane delinquente, troppo stupido per fare altro malgrado la famiglia cerchi di aiutarlo e stargli vicino. Finira’ in galera e li’ scoprira’ la boxe come valvola di sfogo e a d un certo punto riscatto personale. Sara’ la boxe che dara’ una possibilita’ ad entrambi, anzi nell’incontro finale, solo uno avra’ la meglio.
Sempre bello il cinema orientale, in modi diversi originale anche con piccole cose, storie semplici ma ben delineate. La boxe ad esempio, sport che non piace troppo alle nostre latitudini, forse perche’ serve forza, disciplina, sacrificio. La si associa ai negri dei ghetti smarrendo pero’ il senso di arte nobile che le conviene. Questa e’ una storia sul dovere, su cio’ che si deve agli altri e a se stessi, senza sconti, percio’ e’ vicenda dura, drammatica, non risparmia nessuno, nemmeno lo spettatore. Il cinema orientale, meglio se coreano come in questo caso, ancora non soccombe al pietismo corretto. Se sei un disadattato paghi perche’ la colpa e’ solo tua, se sei un fallito lo stesso perche’ nessun altro puo’ farlo. Facile eppure sembra una storia che proviene da un altro mondo.
Ottima regia ma Ryoo Seung-wan ci ha gia’ abituati a questo. La sua bravura sta nel non farsi notare, raccontare tenendosi fuori dalla narrazione, come aprire una finestra sulla vita di qualcuno senza interferire. Nel match finale in realta’ la sua mano si vede eccome, riuscendo a girare senza stacchi un intero round, splendido balletto a tre dopo il quale ci si domanda ma quanto male devono essersi fati i due protagonisti e quanto e’ in gamba il regista. Bravi pure i due protagonisti, in particolare Min-sik Choi, il noto protagonista della trilogia della vendetta di Chan-wook Park e di produzioni occidentali come “Lucy“. Vero, drammatico, quel tanto di beffardo da sottolineare la tragedia della sua vita, davvero una gran bella prova.
Film doppiato in italiano, non ci sono davvero scuse per non vederlo