Mother – Bong Joon-ho

MotherAccidenti che film, ci sto ancora pensando.
Evito l’entusiasmo mio solito sul cinema orientale perche’ si sa, sono fazioso e poco obiettivo ma a giudicare dalle reazioni in patria e all’estero, non sono l’unico ad esserne rimasto profondamente colpito.
E’ un film con un doppio movimento a spirale; ruota, collassa in un punto centrale, riprende il cammino nel senso opposto e torna all’inizio.
Come un subdolo veleno, prima scende dolce giu’ in gola e quando il retrogusto ammorba di fiele la lingua e’ quello il momento in cui ci si accorge di non aver a che fare col filmetto un po’ scemo e ben fatto ma con un meccanismo perfetto e terrificante.
L’inizio e’ strano, quasi comico, una donna danza nel mezzo di un campo biondo di grano, poesia di colei alla quale resta ormai poco altro che la dolcezza di madre e presto si fa conoscenza del figlio etimologicamente idiota, zimbello del paese e accudito come un bambino seppur ormai adulto.
Mamma maniacale e figlio stupido, quasi un duo comico ma una ragazza muore e il ragazzo viene incastrato dalla polizia che di tutto ha voglia fuorche’ trovare il vero colpevole. La madre pero’ non si arrende e lentamente ma inesorabilmente il vento cambia direzione e da calda brezza si trasforma in raggelante tramontana.
La conclusione svela un thriller fenomenale capace di rielaborarsi donando nuova luce anche a quelle goliardiche e un po’ pazze sequenze iniziali. Si mescola tensione e poesia, divertimento e spavento, crudelta’ e dolcezza in un ossimorico susseguirsi di eventi che continuamente si elidono e si confermano.
Lei Kim Hye-ja, la madre, la protagonista, ridefinisce l’idea di attrice e abbassa di parecchi gradini la quasi totalita’ delle interpreti nostrane ed internazionali, uno sguardo che piega lo spazio attorno a se’.
Di Bong avevo gia’ apprezzato la regia in "The Host", progressione e capacita’ di cadenzare la storia al giusto ritmo.
Meno mi piacque il soggetto, sempliciotto alla Roland Emmerich per intenderci e per questo lo attendevo su una nuova prova, qui ampiamente superata.
Difficile pensarlo capostipite di un genere ma prenderlo a modello di come il thriller possa essere ridefinito, questo si. Da non perdere.

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Scheda IMDB

7 Responses to Mother – Bong Joon-ho

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  4. jfishnaller says:

    Max il film l’ho visto (su tuo consiglio), anzi…a dir la verità mi mancano gli ultimi venti minuti. Concordo sulle buone idee che dipanano un intreccio apparentemente banale e che invece si fa via via più interessante e coinvolgente..proprio nell’essenza di un ottimo thriller.
    Però…. Cavolo…avendolo visto ovviamente in lingua originale sottotitolato, e non ben doppiato… Devo ammettere che le differenze culturali sono così evidenti che involontariamente la recitazione in molti tratti diventa addirittura ridicola: l’enfasi, le cantilene e i “miagolii” della lingua sono troppo distanti dai suoni occidentali e certi momenti tragici diventano buffi. In questo caso…avrei preferito un buon doppiaggio !
    PS: di HAPPINESS rimasi folgorato dal personaggio di Hoffman e del suo rapporto con la “cicciona” … Mi mise addosso una tale tristezza

    • Occhio che gli ultimi minuti sono fondamentali per chiudere un cerchio che inizia sin dai titoli di testa e si conclude proprio nell’ultimissimo minuto. Il film si regge sulla trasformazione psicologica del personaggio o meglio di cio’ che si percepisce di lei ed e’ su questo che Bong gioca.
      Hai ragione pero’ e forse dovevo avvisare. Il film originale orientale da’ questo stordimento e serve un po’ di abitudine. Proprio per abitudine preferisco i sottotitoli ma comprendo le tue preferenze…
      PS: per “Happiness” passo… su “Happiness” 🙂

  5. jfishnaller says:

    Visto…finito… Davvero molto bello.
    Accidenti mi rendo conto solo ora che é stato distribuito anche in Italia e quindi lo avrei potuto trovare in italiano: anche a me piace guardare i film sottotitolati ma in questo caso.. Ora lo consiglierei tradotto.

    PS: nonostante la drammaticità, non ho potuto fare a meno di notare il portone della prigione da dove esce l’appena scarcerato protagonista…(é una chicca). Ed inoltre non ho potuto fare a meno di rimanere sbigottito nel vedere il petsonaggio JP : fin dall’inizio descritto come il pazzo del manicomio..in realtà un povero ragazzo con la sindrome di Down…MA PERCHÉ SONO COSÌ FUORI QUESTI ASIATICI

    • Sai che non sapevo fosse uscito anche tradotto? Lo cerco sicuramente, piu’ come scusa per rivederlo ma anche per confronto, sfizio che ogni tanto fa bene togliersi.
      Per il resto sai cos’e’? Una delle delle cose che mi fa amare il cinema orientale molto, molto, molto di piu’ dello statunitense, e’ la maggiore liberta’ che sa esprimere, in ogni senso intendiamoci, nel bene o nel male ma quantomeno lascia allo spettatore la facolta’ di accettare o rifiutare scene o tematiche… o anche solo vedere un “buono” fumare una sigaretta…

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