The Putin Interviews: Oliver Stone Interviews Vladimir Putin
3 settembre 2023 Lascia un commento
Frammenti
8 febbraio 2018 Lascia un commento
Il ritorno di Gordon Gekko e detta cosi’ parrebbe un supereroe. Che poi in fondo lo e’, personaggio di finzione simbolo pero’ di un intero decennio o almeno di una parte di esso. Un cattivo che c’ha fatto capire di essere tutti cattivi e forse per questo gli abbiamo voluto bene, lo abbiamo ascoltato, capito, compreso, perdonato, qualcuno imitato. Torna a distanza di 20 anni, otto dei quali spesi in galera e il suo mondo, quella dell’alta finanza non e’ cambiato molto o meglio cambiato ma in peggio, andando oltre l’avidita’, spingendosi alle porte del genocidio. Siamo nel 2008, la bolla dei subprime sta per esplodere sul mondo reale, anche su Shia LaBeouf, broker fidanzato con la figlia di Gordon che nel frattempo ha ripudiato il padre. Insomma la faccio breve, il capo di LaBeouf si uccide, lui vuole vendetta sul super-avido Josh Brolin che neanche da dire, sara’ sconfitto dal giovane e dal vecchio squalo della finanza. Questa volta finira’ benissimo.
Stone ha tanti, troppi difetti ma e’ bravo e lo sopporto. Il peggiore tra questi e’ il mondo sempre in bianco e nero, il rifiuto di ogni verita’ che non sia la sua e cio’ e’ indice di arroganza e una certa dose di ottusita’ ma almeno, seppur deviate, ha delle idee e di questi tempi e’ gia’ qualcosa. Per molte ragioni, "Wall street" del 2010 e’ senza alcun dubbio il suo film peggiore, anzi a stento lo si direbbe suo. Non lo si riconosce in nulla, nessuna sperimentazione, nessuna voglia d’inventare, nessun tentativo d’uscire dalla mischia. Peggio ancora il testo che ci porta in una specie di mondo fatato, un mondo dove colossi della finanza cascano per articoletti di blog comunisti, dove un tizio magicamente trova 100 milioni di dollari e in qualche mese li decuplica, dove una specie di pulce sconvolge il mercato azionario statunitense e una ragazzetta vuole dare 100 milioni di dollari in beneficienza perche’ il papy e’ stato cattivo. Oltretutto senza riuscire minimamente a chiarire cosa avvenne realmente in quei mesi del 2008. Io capisco che Stone avesse bisogno di soldi per raccontare le gesta di qualche dittatore assassino di sinistra ma vendersi cosi’ e’ osceno anche per lui, un colpo cosi’ basso da mandare in vacca un’intera carriera. Ad affossarlo contribuisce non poco LaBeouf, uno che non mi stanco di dire, viscido fuori e dentro, incapace ed inadatto. Pure Carey Mulligan non ci fa una gran figura e Douglas imita se stesso ma in fondo e’ li’ per quello, percio’ lo fa bene. Non so se questo film e’ la pietra tombale di un regista ma certo sara’ ricordato come una tragedia.