Signori, si cambia.

Con rammarico e molta tristezza, mi trovo costretto a sospendere le pubblicazioni sul blog, almeno nella forma usata sino ad oggi. 
Dopo quasi 800 film, 250 eventi, oltre 350 libri, per ragioni di tempo devo rinunciare ad andare oltre. Spero un domani di poter riprendere con questi ritmi ma intanto il blog resta, continuero’ a documentare cio’ che vedo e sento anche senza commenti, mantenendo almeno in parte la missione d’origine: un diario per me, un buon consiglio (spero) per chi mi segue.
Ho ancora parecchio materiale inedito che postero’ nelle prossime settimane e comunque non e’ un addio e neppure un arrivederci, piu’ piccolo ma resto sempre qua.
Grazie.

Max

Slavoj Zizek sul cinema italiano

Chiunque abbia un po’ di buon senso e cultura, non  puo’ ignorare che la vera grandezza e portata storica del cinema italiano, il suo contributo alla cultura europea e mondiale del XX secolo, non sta nel neorealismo o in qualche altro vezzo per intellettuali degenerati ma in questi tre generi straordinari: gli spaghetti western, le commedie erotiche degli anni Settanta e – il migliore di tutti, senza dubbio – i kolossal storici detti "peplum" (Maciste contro Ercole eccetera)

Leonard Bernstein Vs. Glenn Gould

Piano Concerto No. 1 in D minor, Op. 15,  Johannes Brahms.
Glenn Gould, pianista. Leonard Bernstein, direttore.
New York Philharmonic, 6 Aprile 1962
Annuncio di Bernstein prima del concerto

Leonard Bernstein Glenn Gould"Cari amici della Filarmonica, oggi ci troviamo di fronte ad una curiosa situazione, che a mio avviso merita una spiegazione. Tra poco ascolterete un’interpretazione, diciamo, non fedele del Concerto in re minore di Brahms. Un’interpretazione diversa da tutte quelle che fino ad oggi ho potuto ascoltare e comunque da tutto quel che avevo potuto immaginare: diversa per i suoi «tempi» eccezionalmente trattenuti e per le sue frequenti deroghe alle indicazioni dinamiche dello stesso Brahms. Non posso dire di essere del tutto d’accordo con la concezione di Gould, ed ecco quindi che si pone l’interessante domanda: perché in questo caso e malgrado tutto ho accettato di dirigere questo concerto? [risate del pubblico] Se l’ho fatto è perché Gould è un artista tanto qualificato e tanto serio che mi sembra indispensabile considerare tutto quel che ha pensato in buona fede. In questo caso la sua versione è così interessante da suggerirmi la sensazione che sarebbe bene che anche voi la conosciate. Eppure, la solita domanda ci persegue: in un concerto chi comanda, il direttore d’orchestra o il solista? [risate del pubblico] Ebbene, la risposta è ovvia: una volta l’uno, una volta l’altro, secondo le personalità. Ma i due arrivano quasi sempre ad accordarsi, con la persuasione, il fascino o anche la minaccia, giungendo a dare una versione omogenea dell’opera. Una sola volta nella mia vita, prima di oggi, ho dovuto sottomettermi ad idee totalmente nuove e totalmente inconciliabili di un solista, e ciò accadde l’ultima volta che ho accompagnato Gould! [risate del pubblico]. Questa volta, invece, le divergenze tra le nostre concezioni sono così grandi che sento il dovere di questa mia precisazione. Per ripetere la domanda: quale motivo mi conduce a dirigere questo concerto? Non era forse meglio provocare un piccolo scandalo, di scritturare un altro solista, o di affidare la direzione al mio assistente? Perché sono affascinato e felice di aver l’occasione di conoscere un modo nuovo di considerare quest’opera così spesso eseguita. Perché ci sono dei momenti, nell’interpretazione di Gould, che emergono con freschezza e idee straordinarie. Perché tutti possiamo imparare qualcosa da questo pianista incredibile, che è anche un pensatore della musica. E, infine, perché nella musica esiste quel che Dimitri Mitropoulos chiamava «l’elemento sportivo», la curiosità, l’avventura, la sperimentazione. Vi posso garantire che collaborare con Gould nel corso di questa settimana, nel Concerto di Brahms, è stata una vera e propria avventura. E’ con questo stato d’animo che ora lo presenteremo."

Leonard Bernstein
da Musicalia (anno III n.12, feb/apr 1994)

Ascolta l’evento

Marco Pierini lascia la direzione della Galleria Civica di Modena

Marco PieriniModena, un istante prima di affondare.
Il comune ha deciso che La Palazzina dei Giardini, sede di tante, tantissime mostre curate dalla Galleria Civica con grande passione, rispetto e amore, debba essere destinata a esporre cotechini e prosciutti, come se la citta’ non sapesse produrre altro, non possa rappresentare altro.. In realta’ e’ forte il sospetto che la citta’ sia ormai finita, dal momento in cui la cultura pare non avere piu’ spazio, salvo appunto la Galleria Civica che sotto l’esemplare direzione di Marco Pierini, ha saputo in questi anni  far parlare di se’ per cura ed eccellenza attraverso mostre mai banali, ottimamente gestite e talvolta eccezionali, un vero miracolo a fronte di budget sempre piu’ risicati e la gratuita’ degli eventi.
A questo punto al Direttore Pierini non e’ restato altro che rassegnare le dimissioni, gesto piu’ che comprensibile ma che getta nel piu’ totale sconforto chi ha apprezzato il suo lavoro.
E’ giusto che questo si sappia e alla barbarie di pochi piccoli ma potenti, contrapporre la voce di molti, stanchi della loro cieca ottusita’. Sempre che di ottusita’ si tratti e forse e’ anche peggio.
Attenzione, non e’ il problema di una citta’ soltanto ma di un sistema che non ha piu’ limiti ne sponde per arginare la caduta verticale, percio’ coinvolge tutti, non solo i modenesi.
Lascio ora la parola a Marco Pierini con la lettera di dimissioni:

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Manifesto del Bolidismo

Il Bolidista ha un unico preciso scopo nella vita, cui tutto è finalizzato: v i v e r e .
Il Bolidista teorizza e agisce simultaneamente.
Il Bolidista considera la Storia non Magistra Vitae bensì una eccitante avventura.
Il Bolidista ha un atteggiamento positivo.
Il Bolidista ritiene l’ideologia un freno inutile e dannoso.
Il Bolidista ha maestri invecchiati o morti e idoli fugaci e intensi.
Il Bolidista è l’avanguardia di se stesso.
Il Bolidista non muore per nessuna causa.
Il Bolidista odia l’immobilismo, le cosucce, la vigliaccheria, la frigidità espressiva.
Il Bolidista considera la ‘contraddizione’ come l’unica possibilità di adeguamento a velocissimamente mutatesi situazioni.
Il Bolidista ritiene il Bolidismo un buon pretesto.
Il Bolidista ritiene il ‘futuro’, in quanto ‘non presente’, equivalente al ‘passato’ ma più interessante.
Il Bolidista possiede una simultanea capacità di adattamento psicologico-emotivo a tutte le innovazioni.
Il Bolidista invidia se stesso.
Il Bolidista è un Bolidista ma se ne frega di esserlo.

THE BOLIDIST
HAS JUST ONE PURPOSE IN HIS LIFE: LIVING.
THE BOLIDIST
SIMULTANEOUSLY THEORIZES AND ACTS.
THE BOLIDIST
DOES NOT CONSIDER HISTORY AS MAGISTRA VITAE, BUT AN EXCITING ADVENTURE.
THE BOLIDIST
HAS A POSITIVE ATTITUDE.
THE BOLIDIST
BELIEVES THAT IDEOLOGY IS AN USELESS AND HARMFULL BRAKE.
THE BOLIDIST
HAS AGED OE DEAD TEACHERS AND INTENSE AND FLEETING IDOLS.
THE BOLIDIST
IS IN THE VANGUARD OF HIMSELF.
THE BOLIDIST
DOES NOT DIE FOK ANY CAUSE.
THE BOLIDIST
HATES STILLNESS, NONSENSE,COWARDIGE AND MEANINGFUL FRIGIDITY.
THE BOLIDIST
CONSIDERS CONTRADICTION AS THE ONLY POSSIBILITY OF ADAPTING TO QUICKLY CHANGING SITUATIONS.
THE BOLIDIST
CONSIDERS BOLIDISM A GOOD PRETEXT.
THE BOLIDIST
CONSIDERS THE FUTURE EQUIVALENT TO THE PAST IN THAT IT IS “NOT PRESENT”, BUT FUTURE IS MORE INTERESTING THAN PAST.
THE BOLIDIST
HAS A SIMULTANEOUS ABILITY OF PSYCOLOGICAL-EMOTIONAL ADAPTATION TO ALL THE CHANGES.
THE BOLIDIST
IS A SELF-ENVING MAN.
THE BOLIDIST
IS A BOLIDIST BUT HE DOES NOT CARE TO BE.

Lettera di commiato di Vladimir Majakovskij

A tutti. Se muoio, non incolpate nessuno.
E, per favore, niente pettegolezzi. Il defunto non li poteva sopportare.
Mamma, sorelle, compagni, perdonatemi.
Non è una soluzione (non la consiglio a nessuno), ma io non ho altra scelta. Lilja, amami.
Compagno governo, la mia famiglia è Lilja Brik, la mamma, le mie sorelle e Veronika Vitol’dovna Polonskaja.
Se farai in modo che abbiano un’esistenza decorosa, ti ringrazio. […]
Come si dice, l’incidente è chiuso. La barca dell’amore si è spezzata contro il quotidiano.
La vita e io siamo pari.
Inutile elencare offese, dolori, torti reciproci.
Voi che restate siate felici.

La musica per Massimo D’Azeglio da "I miei ricordi"

Di tutte le opere dell’uomo, la più meravigliosa e insieme la sola, per me inesplicabile, è la musica.
Capisco la poesia, capisco la pittura, la scultura, le arti di imitazione, insomma.
Il loro nome ne svela l’origine. V’era un modello, l’umanità ci impiegò secoli per giungere ad imitarlo: e finalmente lo imitò. Capisco le scienze., Dato il raziocinio, non trovo difficoltà a comprendere che, profittando di ogni età delle riflessioni dell’età antecedente, e, per dir così, salendo sulle spalle, l’umanità si sia innalzata al punto al quale oggi si trovai. Ma dove siamo andati a prendere la musica? Questo è quello che non capisco.
La musica è un mistero. Credo che bisogna dirne quel che si dice del linguaggio. Eppure la musica c’è, è nella natura… Non ha mai provato talvolta, a certe melodie, sentirsi umidi gli occhi come a una cara voce, come a una dolce memoria sopita che si ridesta? E talaltra sentirsi diventare migliore, più franco, trovarsi l’anima nobilitata a un tratto? Il cuore reso più generoso? La volontà più onesta?
… Come si spiega l’influenza della melodia e dell’armonia sul senso morale? Che cosa vi dissero quelle note, quali ragioni vi esposero per ispirarvi il bello, il buono il grande?
Non sarebbe la musica una lingua perduta, della quale abbiamo dimenticato il senso, servata soltanto l’armonia? Non sarebbe una reminiscenza? La lingua di prima e forse anche la lingua di dopo?

Ennio Flaiano su Sanremo (1968)

Ho visto alla televisione una delle serate di Sanremo.
Ero a cena in casa di amici e non ho potuto sottrarmi. Questi amici intendevano vedere la trasmissione per ragioni di studio, essendo psicologhi e interessati ai fenomeni della cultura di massa.
Alla fine mi sono accorto che a loro quella roba piaceva.
Il fatto che a cantare fossero dei giovani, serviva a garantirli che la loro approvazione rientrava nell’aspetto giovanile del fenomeno. La verità è che a me lo spettacolo, non so più se ridicolo o penoso, di quella gente che urla canzoni molto stupide e quasi tutte uguali, lo spettacolo mi è parso di vecchi.
Comunque, se la gioventù è questa, tenetevela.
Non ho mai visto niente di più anchilosato, rabberciato, futile, vanitoso, lercio e interessato. Nessuna idea, nelle parole e nei motivi. Nessuna idea nelle interpretazioni. E alcune mi venivano segnalate come particolarmente buone. C’era un tale per esempio, coi capelli alla bebè che sembrava protestare contro il fatto che malintenzionati gli tirassero delle pietre. Non si capiva perché si lamentasse tanto. Avrebbe voluto che gli tirassero delle bombe? Oppure? Che un tipo simile venga lapidato dovrebbe essere normale. È brutto, sporco e probabilmente velenoso.
So bene che è inutile lamentarsi sui risultati di una politica produzione-consumo. Interessi economici molto forti possono modificare non soltanto il gusto, ma la biologia di un popolo che cade in questa impasse.
La trasmissione era ascoltata, dicono, da 22 milioni di telespettatori, che è a dire tutta l’Italia – il paese dei mandolini.
(Estratto da "Diario degli errori")

Il rifiuto di Ennio Flaiano

Agire come Bartleby lo scrivano. preferire sempre di no.non rispondere a inchieste, rifiutare interviste, non firmare manifesti, perchè tutto viene utilizzato contro di te, in una società che è chiaramente contro la libertà dell’individuo e favorisce però il malgoverno, la malavita, la mafia, la camorra, la partitocrazia, che ostacola la ricerca scientifica, la cultura, una sana vita universitaria dominata dalla burocrazia, dalla polizia, dalla ricerca della menzogna, dalla tribù, dagli stregoni della tribù, dagli arraffoni, dai meridionali scalatori, dai settentrionali discesisti, dai centrali centripeti, dalla chiesa, dai servi, dai miserabili, dagli avidi di potere a qualsiasi livello, dai convertiti, dagli invertiti, dai reduci, dai mutilati, dagli elettrici, dai gasisti, dagli studenti bocciati, dai pornografi,poligrafi, truffatori, mistificatori, autori ed editori.
Rifiutarsi, ma senza specificare la ragione del tuo rifiuto, perchè anche questa verrebbe distorta, annessa, utilizzata. Rispondere:no. Non credere alle lusinghe della televisione.
Non farti crescere i capelli, perchè questo segno esterno ti classifica e la tua azione può essere neutralizzata in base a questo segno.
Non cantare, perchè le tue canzoni piacciono e vengono annesse.
Non preferire l’amore alla guerra, perchè anche l’amore è un invito alla lotta. non preferire niente.
Non adunarsi con quelli che la pensano come te, migliaia di no isolati sono più efficaci di milioni di no di gruppo.
Ogni gruppo può essere colpito, annesso, utilizzato, strumentalizzato. alle urne metti la tua scheda bianca sulla quale avrai scritto: No.
Sarà il modo segreto di contattarci. Un No! Un No deve salire dal profondo e spaventare quelli del Sì.
I quali si chiederanno che cosa non viene apprezzato nel loro ottimismo.

Quentin Tarantino sul cinema italiano

"Il cinema italiano odierno mi deprime. Le pellicole che ho visto negli ultimi tre anni sembrano tutte uguali, non fanno che parlare di: ragazzo che cresce, ragazza che cresce, coppia in crisi, genitori, vacanze per minorati mentali.
Che cosa è successo?
Ho amato così tanto il cinema italiano degli Anni 60 e 70 e alcuni film degli Anni 80 e ora sento che è tutto finito.
Una vera tragedia."

da "TV Sorrisi e Canzoni" n. 23 del 28 maggio 2007