Preraffaelliti – Musei San Domenico, Forli’ 02-03-2024
2 marzo 2024 Lascia un commento
Frammenti
23 Maggio 2017 Lascia un commento
Che Forli’ sia un esempio da imitare per il sistema museale italiano non lo dico io, lo dicono i numeri. Ampio spazio ben gestito, ben curato, ben organizzato, mostre non necessariamente popolari ma che si possono leggere in diversi modi attirando quindi una vasta platea. Un occhio di riguardo tra la fine e gli inizi del XX secolo e con questa scelta far arrivare pubblico da ogni parte d’Italia, Da quelle parti sanno seguire il buon vento, percio’ non ci sorprendiamo di vedere l’Art Deco italiano onorato di tanta attenzione. La chiave di lettura ce la forniscono i curatori stessi: l’Art Deco non fu un genere ma un gusto, uno stile che trasversalmente ha attraversato vita, moda, arte e arredamento, in pratica una tendenza che dal vecchio al nuovo continente, non ha risparmiato alcun aspetto della societa’, segnando indelebilmente nel ricordo di tutti, un’epoca. Soffermarsi sul Deco in senso assoluto e’ impresa ardua, limitarsi all’Italia si puo’ ed e’ cio’ che si sono proposti a Forli. Proprio per la vastita’ della sua portata, il Deco lo vediamo organizzato per punto di attrazione, dalla sua incarnazione post-Liberty passando per le influenze orientaleggianti provenienti in gran parte dall’estero, neo classico lo stile italiano influenzato senza alcun dubbio dal percorso stilistico voluto dal fascismo. Tra tutti gli italiani svetta Gio Ponti e le sue ceramiche ma ancor di piu’ il Deco si sublima nella figura di D’Annunzio col Vittoriale saccheggiato per la mostra ma sappiamo che per quanto si tolga, e’ una goccia nel mare dell’oceano di raccolta bulimica del Vate. Troviamo molti artisti provenienti dal futurismo come Depero e altrettanti che daranno un’impronta fondamentale all’estetica fascista come Thayath. Insomma, un decennio fondante e vastissimo. Nulla e’ dimenticato, design, arredo, architettura, sculture, dipinti, finanche abbigliamento ma a Forli’ ci hanno abituati a tanta minuziosa cura. A tratti dispersiva, il Liberty a Reggio Emilia riusci’ a focalizzare qualcosa di altrettanto vasto con piu’ precisione ma poco toglie alla qualita’ del lavoro ultimato. Ancora una volta segnalo l’impossibilita’ di scattare foto ma a Forli’ proprio da questo orecchio non ascoltano e fanno male. Ancora un mese per visitarla.