Dichiarazione di guerra – Carnera

All’intollerabile lezzo
Al tallone che opprime
Al denaro dei farisei
Al vostro mondo senza bellezza

Oggi, noi dichiariamo guerra!

Al grugno dei vili
All’arroganza dei moderati
Alla giustizia dei buoni
Alla morale dei giusti

Noi dichiariamo guerra!

All’eredità sperperata
Ai vinti per vocazione
Alle schiene curve
Agli sguardi bassi

Noi dichiariamo guerra!

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Sinfonia No.13 (III movimento) – Dmitri Shostakovich (estratto)

ALL’EMPORIO
Solo
Chi in scialle e chi in pannetto
come a compiere un’impresa
una ad una nel negozio,
tutte in fila mute van.
Coro
Oh, il suon dei loro secchi e bottiglie,
e l’odor di cipolle e cetrioli
e di salsa "Kabul".
Solo
Gelo e aspetto per pagar
e d’un tratto, mentre avanzo,
dal respiro delle donne
il tepore sale in me.
Solo e Coro
Esse attendon, son tranquille,
buone dèe del focolar;
chiuso in man
si tengono il denaro
faticato col sudor.
Coro
Son le donne della Russia,
nostro onore e tribunal,
il cemento hanno impastato,
hanno arato, han falciato.
Tutto han sempre sopportato,
tutto, ah, tutto loro sopporteran.
Solo
Niente al mondo potrà lor forze piegar,
tanta energia è data lor.
Solo e Coro
Ingannarle è vergogna,
frodarle è disuman.  
Solo
Mentre intasco il mio pacchetto,
io riguardo con amor,
fredde e stanche dalle borse,
quelle mani bianche là.

Eurovision – Laibach (lyric)

They are crying to be heard
I hear echoes of voices
I hear echoes of voices
They are trying so hard
But the ears are kept shut

Trying so hard
But the ears are kept shut
Trying so hard
But the ears are kept shut
I see millions of hands
They are raised to the sky
I see visions of outrage
I see visions of outrage

Europe is falling apart
Europe is falling apart
Europe is falling apart
Europe is falling apart
Europe is falling

Apart

In the absence of war
We are questioning peace
In the absence of god
We all pray to police

Oceans of people
Oceans of souls
Oceans of people
Oceans of souls

Halber Mensch (Mezzo uomo) – Einsturzende Neubauten (lyric)

Mezzo uomo
Mezzo uomo
Va’ avanti, in ogni direzione
Abbiamo stabilito delle verità per te
Mezzo uomo
Nelle loro crepe risplendono i nostri trasmettitori
A ogni scoccar di ora trasmettiamo i tuoi valori
Va’ avanti
Ci prendiamo noi cura di te…
Percepiamo noi per te
Mezzo uomo
Chi è diviso in parti non ha nulla di che rendere partecipi
Ci prendiamo noi cura di te…
Percepiamo noi per te
Ci prendiamo noi cura di te…
Mettiamo in moto i tuoi pensieri
Eliminazione dei disturbi
Mezzo uomo
Tu non vedi i trasmettitori
E dalle tue terminazioni nervose,
lungo la strada,
pendono cavi
posti molto tempo fa
Va’ avanti!
Guarda la tua seconda metà
Chi è diviso in parti non ha nulla di che rendere partecipi
Ci prendiamo noi cura di te…
Mettiamo in moto i tuoi pensieri
Percepiamo noi per te
Ci preoccupiamo noi al posto tuo
affinché la tua seconda matà non abbia mai a incontrarti
Mezzo uomo
Guarda la tua seconda metà
Che apparentemente senza motivo
Si sveglia urlando
si avvicina urlando
Tu non la vedi
sei completamente preso dal programma serale
Va’ avanti in ogni direzione
Chi è diviso in parti non ha nulla di che rendere partecipi
come sempre
come sempre
Sforzati
Sforzati
come sempre
Ci prendiamo noi cura di te
Percepiamo noi per te
Mettiamo in moto i tuoi pensieri
Ci preoccupiamo noi al posto tuo
affinché la tua seconda metà non abbia mai a incontrarti
Mezzo uomo
A me niente, a te niente
Là sta la Mietitrice
va’ avanti
Colpisce
Non andare avanti…
Tu, impasto informe
Dal quale gli spiriti vitali
risucchiano
fino all’ultima scintilla
Volano vacillando, ne sono ebbri,
Danzano senza scopo nel sole
Non t’importa nulla
che ti diano il colpo di grazia
un’immagine per gli dèi
un caro saluto dalla Mietitrice
Possa non essere la falce!
Marcire

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L’Anarca – Ianva

Se un giorno le vostre campane la nota più mesta e straziata
La suonassero in morte d’un cane travolto sulla strada,
Non dico che mi ricrederei sul conto di ogni vostro campanile
Ma da cane solo al mondo un vespro lo potrei sentire.
E invece i rintocchi ferali che esortano i popoli al lutto
Sono dati a signori speciali cui dicono dovremmo tutto.
E le distese sonore più sguaiate sempre un po’ ferragostane
Sian senz’altro riservate alle nozze più mondane.

Ma non c’è lega che faccia un fragore
Che possa raggiungermi nel cuore del bosco
Neppure se fosse percossa per ore
Scalzerebbe la voce che domina il posto,
La voce del bosco è un immane me stesso
Che è arbitro solo del bene e del male
E la sola legge tagliatami addosso
E’ scritta nel codice della mia morale.

Gli amici li tengo a distanza
Gli amori, spiacente, lo stesso
Ma questa mia autocoscienza
Sono loro a insidiarla più spesso,
Ma nondimeno mi riesce naturale dare a ognuno il suo dovuto
E accresciuto ritornare il rispetto ricevuto.
Tolleranza non è solo uno sfiato
Specie verso le altrui debolezze
E mai dall’alto in basso ho guardato
Pur chi meritava disprezzo
E non ho mai ingigantito nullità, né sminuito altrui grandezze,
Possa essere dannato se tradisco una promessa.

Mi tengo alla larga da arrampicatori,
Dagli intriganti e da tutti i vigliacchi,
Da chi screditando guadagna favori,
Bado soltanto a pararne gli attacchi,
Non voglio umiliarmi, strisciare o piaggiare
Sebbene l’indotto sia cosa evidente,
Mi piace discutere, ma non litigare,
Preferisco il chiarire al dogma spiovente.

Se sono impeccabile in ogni dovere
E’ solo perché tengo a sentirmi nel giusto,
Tuttavia non corteggio e non servo il potere,
Non concedergli nulla è il mio minimo gusto.
E se il potere spettacolo dona
Non mi vedrete tra i suoi spettatori:
La sola campana che dentro risuona
E’ per i cani chiamatisi fuori

Pagina ufficiale Ianva

IANVA – Prologo (da "Italia: Ultimo Atto")

Il futuro è imminente e apocalittico.
I figli sono strappati alla somiglianza coi padri e proiettati verso un domani che pur conservando i problemi e le miserie dell’oggi sarà pur tuttavia differente per qualcosa di immenso e oscuro.
E penso a coloro che remoti e sprezzanti mentre tutto ciò accade non hanno che cretini doveri da continuare a imporre: il progresso, lo sviluppo, le liberalizzazioni, la tolleranza, l’ecumenismo.
Non si accorgono che la degenerazione di un paese è avvenuta proprio attraverso la degenerazione dei loro valori.
Non si accorgono che non c’è soluzione di continuità tra coloro che sono tecnicamente criminali e coloro che non lo sono.
E che il modello d’insolenza, disumanità e spietatezza è identico per quello che fu popolo e oggi è massa.
L’accettazione di ciò avviene attraverso il più untuoso degli alibi: quello di un’ostentata ed enfatica ansia democratica.
Come non rimpiangere dunque l’Italia che conoscemmo ragazzi, dove le apparenze parevano dotate del dono dell’eternità, si poteva appassionatamente credere nella rivolta o nella rivoluzione che tanto quella meravigliosa cosa che era la forma della vita non sarebbe mai cambiata, dove ci si poteva sentire eroi per il mutamento e per la novità, perché a dare coraggio e forza era la certezza che le città e gli uomini nel loro aspetto profondo e bello non sarebbero mai mutati, dove persino i ladri e i delinquenti avevano una qualità meravigliosa, non erano mai volgari, come presi da una loro ispirazione a violare le leggi, accettavano i loro destino di banditi sapendo, con leggerezza, o con antico sentimento di colpa di essere in torto contro una società di cui essi conoscevano direttamente solo il bene.
L’onestà dei padri… e delle madri…

IANVA Sito Ufficiale

Disorder – Joy Division

I’ve been waiting for a guide to come and take me by the hand,
Could these sensations make me feel the pleasures of a normal man?
These sensations barely interest me for another day,
I’ve got the spirit, lose the feeling, take the shock away.
It’s getting faster, moving faster now, it’s getting out of hand,
On the tenth floor, down the back stairs, it’s a no man’s land,
Lights are flashing, cars are crashing, getting frequent now,
I’ve got the spirit, lose the feeling, let it out somehow.
What means to you, what means to me, and we will meet again,
I’m watching you, I’m watching her, I’ll take no pity from you friends,
Who is right, who can tell, and who gives a damn right now,
Until the spirit new sensation takes hold, then you know,
Until the spirit new sensation takes hold, then you know,
Until the spirit new sensation takes hold, then you know,
I’ve got the spirit, but lose the feeling,
I’ve got the spirit, but lose the feeling,
Feeling, feeling, feeling, feeling, feeling, feeling, feeling.

Nessuno fece nulla – C.S.I.

Era un anno fertile per il grano, come mai in passato: era tutto in abbondanza.
Era un anno fertile per il grano, come mai in passato: era tutto in abbondanza.
Quelli che erano malati cronici e desideravano la morte, consegnarono finalmente con un sorriso l’anima a dio… l’anima a dio… l’anima a dio.
 
Nei giorni dei grandi temporali il cielo era rosso,
la pioggia portava con sé la polvere dei deserti d’oltremare.
I vecchi dissero: ci sarà la guerra…
i vecchi dissero: ci sarà la guerra.
Nessuno prestò credito alle loro parole e nessuno fece nulla…
Nessuno fece nulla!
 
Cosa si poteva fare contro la profezia?
Solo cantammo per intere giornate…
cantammo per intere giornate fino a restare senza voce,
per potere consumare tutte le vecchie canzoni,
perché non ne restasse nessuna che venisse sporcata dal tempo…
perché non ne restasse nessuna.
 
… quando intravedono il primo cadavere per strada le persone voltano la testa,
vomitano e perdono i sensi…
vomitano e perdono i sensi.
Senti il tremore per primo nelle ginocchia,
poi ti manca l’aria e ti gira la testa.
Sono d’aiuto in questi casi l’acqua fredda e leggeri schiaffi.
Se lo svenuto non rinviene sdraiatelo sulla schiena e sollevategli le gambe in aria.
Se il cadavere di quel giorno era un suo parente o comunque un suo vicino, non permettetegli di avvicinarsi e di guardarlo:
le ferite causate dalle granate sono in genere causa di un nuovo svenimento…
le ferite causate dalle granate sono in genere causa di un nuovo svenimento
e non si ha tanto tempo a disposizione, MAI.
Non si ha tanto tempo a disposizione, MAI.

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Maledetti – Area (note interne)

Maledetti (maudits) (1973)

1a parte:

Evaporazione (1’45")
Diforisma urbano (6’18")
Gerontocrazia (7’30")
Scum (6’30")

2a parte:
Il massacro di Brandeburgo numero 3 in sol maggiore (2’20")
Giro, giro, tondo (5’55")
Caos (parte seconda) (9’00")

 

Maledetti (maudits). Progetto-concetto di fanta-sociopolitica; la società futuribile è spaccata in verticale e divisa in corporazioni. Un plasma liquido è la coscienza del mondo, custodita in un computer di una banca. Per un guasto si verifica la dispersione progressiva del liquido: totale perdita della coscienza umana. (cfr. "Evaporazione" e "Il massacro di Brandeburgo numero tre in sol maggiore"+)
Possibili ipotesi evolutive:
a) Potere agli anziani, come depositari della memoria del passato che esclude e respinge la problematica del contingente (cfr. "Gerontocrazia"++).
b) Potere alle donne, come fornitrici di energia e contributi radicali nuovi, in antitesi alla loro repressione storica (cfr. "scum").
c) Potere ai bambini, come garanzia di libertà e di reinventare la storia con la forza della fantasia (cfr. "Giro, giro, tondo" e "Caos")
+) Demolizione del corporativismo musicale attraverso la progressiva cancellazione delle parti più importanti nello svolgimento dei contrappunti Bachiani nelle prime 46 battute. L’attacco a J.S. Bach prescinde dagli aspetti personali del/sul compositore: si tratta della critica alla musica classica in generale. Bach paga per tutti gli altri. Va esclusa una lettura Kubrickiana di tale atteggiamento.
++) Processo di narcotizzazione esercitato dall’anziano sul bambino espresso dalla ninna-nanna dell’Asia Minore che introduce questo brano. In Asia Minore esiste l’usanza da parte dei vecchi di porre sotto al cuscino dei bambini un pane di hashish per assicurargli un sonno lunghissimo.

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L’isola (felice) che non c’e’ – Siegfried

Nelle notti e nelle giornate del maggio 2012
non è crollata solo una manciata di palazzine, capannoni e monumenti.
È crollato un sistema, è crollata un’illusione, è crollata una leggenda metropolitana.
È caduto il mito dell’isola che non c’è, della terra felicemente abitata e lavorata
e ancor meglio amministrata.

In realtà il sistema era caduto da tempo.
Le scosse, la paura, la fuga, le tendopoli, la vergogna, i morti…
sono serviti solo a diradare la foschia creata dalle polveri del crollo, quello vero.
Gli scricchiolii e il gemer delle travi si sentivano da sempre,
ma da sempre son stati ben coperti da una musica di banda,
piena di grancasse ed ottoni, di cori e solisti dalla retorica raffinata.

Fino a quando non son diventati troppo forti, i rumori dei crolli, per coprirli ancora.
E d’un tratto scopri che nell’isola felice si ruba.
Non rubano solo gli albanesi e i georgiani nelle ville…
rubano gli imprenditori, rubano gli amministratori, rubano le cooperative,
rubano i partiti di minoranza e quelli di maggioranza.

E poi scopri che nell’isola felice si fallisce.
Falliscono le aziende, falliscono gli agricoltori, gli artigiani e i negozianti.
Falliscono anche i cinesi. Le cooperative no, quelle non falliscono mai.

E ancora, scopri che crollano i capannoni, e uccidono gli operai al lavoro.
In Emilia, nel 2012, si muore al lavoro, sotto alle macerie di un capannone.
E scopri che allora, forse, non è il sistema Emilia che rende ricche e felici le persone.
Forse sono le persone, gli Emiliani, che arricchiscono il sistema e lo rendono felice.

E ti chiedi perchè, se all’Aquila crolla una palazzina è colpa degli amministratori locali,
dello stato, del sistema, dell’impresa che l’ha costruita…
e se a Medolla crolla un capannone invece, è colpa del padrone.

E ti aspetti che, anche questa volta, il crollo venga coperto da una mano di vernice
e da un paio di concerti di solidarietà… che ci vengono così bene a noi, in Emilia.

Ma è finita, l’isola non c’è.
C’è la gente. Ci sono le facce.
le grandezze e le miserie di un popolo di contadini, abituati al giogo, al lavoro e al silenzio.
Ma l’isola felice non c’è più.
Non c’è mai stata.

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