UR (La profondità dell’enigma) + permanente – Museo Magi ‘900, Pieve di Cento, Bologna 16-14-P
16 aprile 2022 Lascia un commento
Frammenti
8 marzo 2016 1 commento
Mi ero giurato di tornare al museo Magi ‘900 almeno una volta all’anno, come una specie di pellegrinaggio in un santuario dell’arte. Non sono riuscito a mantenere la promessa ma per una nobile causa. Si perche’ dopo lunghi mesi di grandi lavori, il museo ampio e gia’ sviluppato su cinque piani, si e’ ulteriormente allargato con tre nuove sale, nuovi spazi espositivi tematici, duemila metri quadrati in piu’ per un totale di novemila, migliaia di opere che raccontano di un novecento artistico italiano vivo, vivissimo, straordinario.
Non voglio dilungarmi su Giulio Bargellini, il fondatore, la sua storia e il suo impegno artistico, umano e civile, una vita fatta di coraggio e ingegno, scelte personali che hanno coinciso col bene comune. Imprenditore e mecenate non si e’ limitato all’accumulo di beni ma ha reso il suo tesoro disponibile alla comunita’ attraverso il Magi ‘900, un museo che non ho timore a definire tra i migliori d’Italia, sovente superiore a strutture pubbliche infinitamente piu’ costose, decisamente ridotte e peggio conservate. In questa povera patria disintegrata e destinata ad un triste destino, i pochi scampoli di eccellenza e bellezza sono spesso gestiti dai privati.
Insisto su questo aspetto perche’ e’ giusto che a un uomo come Bargellini vengano tributati onori e meriti, insignito delle piu’ alte considerazioni per la sua instancabile dedizione che perdura ancora oggi malgrado l’eta’ non sia piu’ verde ma che nulla toglie al grande impegno e passione. Ad ogni modo se la parte storica e’ rimasta pressoche’ immutata e per la quale v’invito a rileggere il post che gli dedicai a suo tempo, le nuove sale sono dedicate all’arte africana con la presentazione della Biennale d’arte del Malindi alla quale Bargellini e’ molto legato piu’ un ampio spazio dedicato all’artista Esther Mahlangu. Non manca l’altra parte del globo, il Sudamerica, rappresentato dall’arte precolombiana di Cesare Siviglia. La parte pero’ che ho amato di piu’ e che mi ha letteralmente incantato e’ la sala d’arte aniconica contemporanea, impressionante in quantita’ e qualita’ ma soprattutto straordinariamente curata da Valeria Tassinari che decidendo per una disposizione estetica a comparti isolati, mette in dialogo artisti e opere anche lontani ma affini nel segno, un criterio efficacissimo nel sottolineare le peculiarita’ di quadri e sculture e dare cotinuita’ a temi e tecniche inaspettatamente vicini nel giusto anche se talvolta lontani nel tempo. Meraviglioso. Non meno importante e’ il piano superiore, dedicato all’arte figurativa e ai nuovi realismi, stile sottovalutato, talvolta osteggiato dalla cricca in auge, una battaglia quella del figurativo che sempre piu’ persone portano avanti e che il Magi ‘900 dimostra che si puo’ vincere. Evito elenchi tanta e’ la presenza massiccia di opere, dico solo che per i profani come il sottoscritto oltre alla bellezza si aggiunge la possibilita’ di vedere artisti fuori dai soliti circuiti, imparare oltre il piacere.
In ultimo ma non ultimo, ambiente tirato a lucido, illuminazione all’altezza e atmosfera perfetta. Anche il personale gentile e disponibile accresce l’eccellenza del museo. Fate un salto anche al bookshop, i migliori cataloghi in circolazione si portano a casa ad un prezzo davvero speciale.
Lo dico moderando enfasi ed entusiasmo ma il viaggio a Pieve di Cento, localita’ che non offre molto ma ad un passo sia da Bologna che Ferrara, vale una visita, poi un’altra e un’altra ancora.
22 dicembre 2013 Lascia un commento
In qualche modo ci siamo convinti che le eccellenze siano sempre altrove e che per fare un museo servano soldi a vagonate, sindaci piacioni e tronfie archistar.
Invece accade di trovare in una piccola provincia ai bordi dell’impero, un grande museo di arte contemporanea, molto attivo, ben organizzato e per molti versi sorprendente.
L’occasione di visitarlo nasce dall’esposizione di opere di Severo Pozzati in arte Sepo, grande pittore, disegnatore e cartellonista pubblicitario che tanta fama e successo ebbe attorno e oltre il 1920, in specialmodo dopo che si trasferi’ a Parigi.
Pozzati nacque nel Ferrarese e mori’ a Bologna esattamente 30 anni fa, forte e’ il legame con questa terra e proprio qui la nipote volle donare una corposa collezione delle sue opere, gesto necessario ed importante per ricordare e far conoscere il lavoro di un artista apprezzato ben oltre i confini nazionali.
I suoi committenti furono nomi importanti, molti di questi lo sono ancora oggi e iniziando dal natalizio e consono al periodo, panettone Motta, l’operazione forse piu’ rappresentativa e riuscita, ha proseguito con una miriade di altri marchi, italiani e d’oltralpe.
Permangono le testimonianze di grandi artisti e pubblicitari che in lui hanno visto un antesignano del moderno linguaggio pubblicitario e cito due su tutti, Munari e Testa.
Innovativo, rivoluzionario talvolta, i suoi antropomorfismi precedono attraverso l’intuizione studi sociali e comportamentali che caratterizzeranno il metodo scientifico attraverso il quale oggi i prodotti vendono venduti, senza scordare in tutto questo, l’aspetto artistico spesso anticipatore di stili e tecniche,
In effetti non e’ improbabile trovarsi di fronte ad una sua realizzazione, meglio dire opera e non riuscire a datarla, laddove il colpo d’occhio e un po’ di conoscenza, a stento sanno riconoscere il decennio e non di meno, indubbio segno della capacita’ di coltivare un’idea senza legarla ad un periodo o alla moda, la miglior prova possibile si stia parlando di arte e non merce.
La mostra prosegue con l’esposizione di disegni e schizzi giovanili e altri invece realizzati verso la fine del 1950 anni del rientro di Pozzati in Italia, dove dipingere divenne la sua principale attivita’, in un crescente successo che si protrasse sino al 1974, anno della sua prima antologica tenuta proprio a Bologna, la citta che lo vide spegnersi nel 1983.
Piccola mostra ma importante e se come si diceva, per le eccellenze non serve andare troppo lontano, non solo nello spazio ma anche nella memoria. Purtroppo non resta molto tempo ma il mio e’ un invito sentito per fare il possibile e visitarla, approfittando s’intende anche del resto della mostra permanente.
Pagina del Museo Magi ‘900 dedicata alla mostra di Saverio Pozzati.