Ti ho sposato per allegria – Natalia Ginzburg (estratto)

PIETRO     (raccogliendo qualcosa in terra) Questo cos’è? il mio pigiama? com’è che ancora non ha rifatto la stanza, Vittoria?
GIULIANA     Come faceva a rifare la stanza, non vedi che io sono a letto?
PIETRO        E non pensi di doverti alzare?
GIULIANA     Ho chiacchierato un po’ con Vittoria. Le ho raccontato la mia vita. Stava a sentire, non perdeva una sillaba. Tu invece, quando parlo, non mi ascolti. Stamattina sei uscito mentre stavo parlando.
Eppure ti dicevo una cosa importante.
PIETRO        Ah sì? cosa mi dicevi?
GIULIANA      Ti dicevo che non vedo, fra noi, una ragione seria di vivere insieme.
PIETRO        Mi dicevi questo?
GIULIANA     Sì.
PIETRO     Non abbiamo nessuna ragione seria di vivere insieme? Lo pensi?
GIULIANA     Lo penso. Trovo che sei una persona molto leggera. Sposandomi, hai dato prova di una gran leggerezza.
PIETRO     Io non sono niente leggero. Io sono uno che sa sempre quello che fa.
GIULIANA      Hai un’alta opinione di te stesso!
PIETRO        Forse.
GIULIANA     Io invece non so mai quello che faccio. Prendo una cantonata dopo l’altra. Del resto come fai a dire, che tu sai sempre quello che fai? Fin adesso non hai fatto niente. Niente d’importante, voglio dire.
Sposarti è stata la prima cosa importante della tua vita.

PIETRO        Prima di incontrare te, sono stato sul punto di sposarmi almeno diciotto volte. Mi son sempre tirato indietro. Perché scoprivo in quelle donne qualcosa che mi dava i brividi. Scoprivo, nel profondo del loro spirito, un pungiglione. Erano delle vespe. Quando ho trovato te, che non sei una vespa, ti ho sposato.
GIULIANA      Nel tuo modo di dirmi che non sono una vespa, c’è qualcosa di offensivo per me. Tu vuoi dire che io sono un animaletto domestico, innocuo, gentile? una farfalla?
PIETRO     Ho detto che non sei una vespa. Non ho detto che sei una farfalla.
Sei sempre pronta a fare di te stessa qualcosa di grazioso.
GIULIANA     Io non trovo graziose le farfalle. Le trovo odiose. Quasi preferisco le vespe. Mi offende che tu pensi che non ho i pungiglioni. È vero, ma mi offende.
PIETRO     Ti offende la verità? La verità non deve mai offendere. Se ti offendi alla verità, vuoi dire che non sei ancora diventata adulta. Vuoi dire che non hai ancora imparato ad accettare te stessa. Ma adesso ti consiglio di alzarti, lavarti, e venire a mangiare. Sarà bell’e cotta la minestra.
GIULIANA     Non c’è minestra. E non so se mi laverò. Quando ho la malinconia, non ho voglia di lavarmi. Mi hai fatto venire la malinconia.
PIETRO        Ti ho fatto venire la malinconia? io?
GIULIANA      Sei tornato così sentenzioso, da quel funerale.
PIETRO        Non sono sentenzioso,
GIULIANA    Sei sentenzioso, sicuro di te, sprezzante, e molto antipatico. Parli di me che sembra che tu mi conosca come il fondo delle tue tasche.
PIETRO        Infatti io ti conosco come il fondo delle mie tasche.
GIULIANA     Ci siamo incontrati che non è neanche un mese e mi conosci come il fondo delle tue tasche?
Ma se non sappiamo nemmeno bene, perché ci siamo sposati! Non facciamo che domandarci perché, dalla mattina alla sera!
PIETRO     Tu. Io no. Io non mi domando niente. Tu sei una persona con la testa confusa. Io no. Io vedo chiaro. Vedo chiaro e lontano.
GIULIANA     Ma guarda che alta opinione che hai di te! Una sicurezza da sbalordire! «Vedo chiaro e lontano!» Io ti dico che siamo nelle nebbie! siamo nelle nebbie fino ai capelli! Non vediamo a un palmo dal nostro naso!
PIETRO        Ti apro il bagno?
GIULIANA      Eh?
PIETRO     Ti apro il bagno? se ti lavi, forse ti schiarisci le idee. Lavarsi fa bene. Disintossica. Schiarisce le idee.
GIULIANA     Non sarai mica un igienista, tu? Dimmelo subito, perché io gli igienisti li odio.
PIETRO       Certo. Sono un igienista. Non lo sapevi?
GIULIANA     Non credo che mi laverò. Ho troppa malinconia. Ho paura che tu sia troppo antipatico! Proprio il tipo di uomo che mi è odioso! (Va nel bagno. Si sente l’acqua che scorre nella vasca. Tornando) Io trovo che il matrimonio è un’istituzione infernale! Dover vivere insieme sempre, tutta la vita! Ma perché ti ho sposato? Ma cosa ho fatto? Dove avevo la testa, quando ti ho preso?
PIETRO       Hai deciso di fare il bagno?
GIULIANA      Non hai detto che devo fare il bagno?
PIETRO        Non era mica un ordine. Era un consiglio.
GIULIANA     Lo credo bene. Ci mancherebbe ancora che tu mi dessi degli ordini!
PIETRO       Allora mi trovi antipatico?
GIULIANA     Sì. Ho paura di sì. Sei così tranquillo, così pacato, così sentenzioso! «Ti conosco come il fondo delle mie tasche!» «Vedo chiaro e lontano!» E se non mi conoscessi un bel niente? se avessi preso una cantonata? se a un bel momento scoprissi che io son piena di veleno nascosto? allora? allora cosa faresti?
PIETRO       Ti pianterei. È logico.
GIULIANA     Logico! (Va nel bagno e torna indietro) Non è logico un corno. Adesso mi hai sposata e mi tieni, mi tieni come sono! anche se sono tutta diversa da quello che credevi, devi tenermi Io stesso, tutta la vita! Non te lo dicevo che il matrimonio è un’istituzione diabolica?
PIETRO        Attenta. Stai pestando il mio pigiama.
GIULIANA     Lo pesto perché voglio pestarlo! Perché non ti posso soffrire!
VITTORIA     (entrando) Non s’è ancora vestita? Io ho portato la minestra in tavola!
GIULIANA     La minestra ? Non avevamo detto di non fare la minestra?
VITTORIA     Ho fatto un poco di minestra calda. L’ho fatta per me, perché avevo freddo, e quando ho freddo un poco di minestra mi piace. Già che c’ero, l’ho fatta anche per loro. Ma adesso, se non mangiano, si fredderà. Per me non importa, perché io mi son già mangiata due buone scodelle colme, e sto bene.
PIETRO        Vieni a mangiare. Il bagno lo farai dopo.
GIULIANA     Già! se faccio il bagno dopo mangiato, muoio. Mi vuoi morta? (Va nel bagno).

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