Max amore mio (Max mon amour) – Nagisa Oshima

Max amore mioAmo le metafore. Le metafore sono i pretesti di gente poco furba per giustificare cio’ che la loro intelligenza non ha compreso nonche’ lo stratagemma di gente piu’ furba di quelli di prima, per rifilare boiate ai fessi che se le bevono.
La premessa e’ necessaria per stoppare sul nascere i fenomeni che come al solito hanno capito tutto e che della parola "metafora" si riempiono la bocca, quelli pronti a parlare di famiglia borghese, sessualita’ borghese, cultura borghese, vita borghese, mogli e mariti borghesi.
Ebbene che queste fesserie se le raccontino tra esperti perche’ alla domanda di cosa parla il film, la risposta e’ una e una soltanto: scemenza cinematografica su una donna che va a letto con una scimmia e attenzione non un prestante gorilla, proprio uno scimpanze’ e lo fa a casa propria col benestare del marito e col figlio minore a pochi metri di distanza.
Metafore. Una boiata cosi’ sulla famiglia borghese non la si vedeva dai tempi di "Teorema" di quell’altro genio di Pasolini che almeno ebbe il buon senso di girarlo negli anni per cosi’ dire buoni, in linea con la retorica del periodo perche’ nel 1986, anno gaudente e privilegiato, siamo ridicolmente fuori tempo massimo.
Ora, chi poteva produrre questa roba se non dei francesi? Gente che capisce di cinema come capisce di cibo e di igiene personale e’ anche disposta a pagare per un film che mette una scimmia al centro di un triangolo amoroso e del resto i primati coi francesi hanno in comune l’uso del bidet quindi sotto questo aspetto ci puo’ stare.
Per il resto la scimmia di Rick Baker surclassa un po’ tutti, anche Charlotte Rampling della quale non sono certo un grande fan. 
La genialata si conclude in bellezza con tanto di folla osannante e pranzo tutti insieme in famiglia, madre, padre, bambino, la scimmia e persino la cameriera che sorridono come in una pubblicita’ di biscotti. Bello.
Cretinata degna di Oshima e del suo pubblico e lo dico senza metafore.

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5 Responses to Max amore mio (Max mon amour) – Nagisa Oshima

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  2. Peppone says:

    Sei davvero un idiota, in fede: un non francese e non cinefilo, ma abbastanza assennato da capire che c’è più senso in un secondo inutile del film più brutto di Oshima o di Pasolini o di Bunuel, che in una qualunque tua riga presa a caso.

    • Ti pubblico con immenso piacere affinche’ sia chiaro a tutti che il pubblico di Oshima, Pasolini e Bunuel e’ fatto di mentecatti che non si firmano con nome e cognome e tantomeno sanno argomentare oltre a offendere e sputare sentenze.
      Per inciso trovo orrendi anche certi film di Pasolini e Bunuel, recensioni che ti invito a cercare (se non sai come si fa, scrivimi che ti aiuto volentieri oppure fatti assistere dalla scimmia di casa)
      Dimenticavo, se per caso ho offeso la tua famiglia parlando di donne che hanno rapporti sessuali con animali, ti prego scusami.

      • Peppone says:

        Complimenti per gli insulti, davvero. Per inciso, vorrei capire una cosa: a chi piace un certo tipo di cinema tu lo etichetti subito come un determinato essere umano? No, perché ti prodighi in paroloni e stranissimi voli pindarici come “Amo le metafore. Le metafore sono i pretesti di gente poco furba per giustificare cio’ che la loro intelligenza non ha compreso nonche’ lo stratagemma di gente piu’ furba di quelli di prima, per rifilare boiate ai fessi che se le bevono.” Ora, se io sono intervenuto (e no, non mi interessa firmarmi e non vedo il perché, d’altronde io vedo il tuo nome e cognome ma mica vado a cercare i tuoi dati personali, non me ne frega una beneamata mazza) dicevo che se sono intervenuto è perché pare proprio che tu voglia forzatamente prendere per il sedere non Oshima ma le persone che lo apprezzano, e con lui appunto i vari Pasolini, Bunuel eccetera. Fermo restando che a me Oshima manco piace più di tanto, Pasolini nemmeno mentre Bunuel lo adoro, vorrei capire la tua pretesa di essere seduto più in alto degli altri da permetterti di dileggiare e poi anche di offenderti e passare ad insulti personali se qualcuno ti fa notare che sei un povero coglione come tutti noi. Peraltro non tanto acuto: te la sei presa con i francesi, con il pubblico di Oshima che sono dei cretini secondo la tua grande Critica, adesso con mia madre. Quindi ti faccio i miei complimenti: Duchamp ha sbagliato a fare di un orinatoio un’opera d’arte. Poteva benissimo usare te. Le altre tue recensioni non le ho cercate ma mi sono capitate sotto gli occhi, ho giusto dato uno scorcio, sono cazzatelle scritte da un povero quindicenne frustrato da un cinema che crede concepito solo per un intellighenzia, magari di sinistra, e non riesce invece a coglierne gli aspetti universali. D’altronde tu mi accusi di offendere: invito a rileggerti il tuo commento al film dove non commenti nulla di nulla, insulti solo sbraitando come il miglior (peggior) Sgarbi. Ora puoi fare due cose: rispondermi insultandomi ancora di più e mostrando ancora una volta tutta la tua cultura che ti obbliga a vedere film di gente che odi diretta a persone che odi, devo dire una cosa incredibilmente intelligente; oppure ignorarmi, cosa che ti consiglio: perché comunque vada io su questa pagina mi tengo bene alla larga, non che prima la frequentassi. Né mi interessa rispondere a un povero mentecatto col QI inferiore a quello di Max e a tutta la famiglia borghese del film di Oshima, cui saresti stato un ottimo rappresentante. Ciao bello!
        Ah, puoi anche non pubblicarmi ma in quel caso io ho una vita, sai, e non la riempio guardandomi i film che odi per dileggiare una categoria di persone che esiste solo nella mia testa. Questo è un messaggio per te solo, non me ne cala niente se non mi legge nessuno. Ciao Max!

      • Ti pubblico eccome! Sei la prova vivente di quanto io abbia ragione.
        Vai pero’ a capo ogni tanto, sei cosi’ pieno di concetti…

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