Memorie di Adriano – Marguerite Yourcenar

Memorie di AdrianoNon ho figli e non lo rimpiango.
Certo, nelle ore di stanchezza e di debolezza, quando ci si rinnega, a volte mi son rimproverato di non essermi dato il fastidio di generare un figlio che mi avrebbe continuato.
Ma questo rimpianto tanto vano poggia su due ipotesi egualmente incerte: che un figlio necessariamente ci continui, e che questo singolare miscuglio di bene e di male, questa somma di particolarità infime e bizzarre che costituiscono un individuo meriti davvero d’essere prolungata.
Le mie virtù, le ho utilizzate come ho potuto.
Dei miei vizi, ne ho fatto buon uso. Ma non ci tengo in modo speciale a lasciarmi in retaggio a qualcuno.
Del resto, l’autentica continuità umana non si stabilisce attraverso il sangue: è Cesare l’erede diretto d’Alessandro, e non già quel bimbo gracile, nato da una principessa persiana in una cittadella asiatica; ed Epaminonda, morendo senza prole, aveva ben ragione di vantarsi d’avere per figlie le sue vittorie.
La maggior parte degli uomini che contano nella storia, ha avuto una progenie mediocre, o ancor peggio: si direbbe che essi esauriscano in sé tutte le risorse d’una razza.
L’afflitto con gl’interessi d’un capo di Stato, e anche se ciò non fosse il figlio dell’imperatore per di più deve sottostare ai pregiudizi d’una educazione principesca, la peggiore fra tutte, per un futuro imperatore.

Lascia un commento