Matrix Reloaded – Dialogo tra Neo e l’Architetto
30 settembre 2012 1 commento
ARCHITETTO: Salve, Neo.
NEO: Lei chi è?
ARCHITETTO: Io sono l’Architetto. Ho creato io Matrix. Ti stavo aspettando. Tu hai molte domande e, sebbene il tuo processo abbia alterato la tua coscienza, resti irreversibilmente umano. Ergo, alcune delle mie risposte potrai comprenderle, altre no. Concordemente, malgrado la tua prima domanda possa essere la più pertinente, potresti renderti conto, o non renderti conto, che essa è anche la più irrilevante.
NEO: Perché mi trovo qui?
ARCHITETTO: La tua vita è il prodotto di un residuo non compensato nel bilanciamento delle equazioni inerenti alla programmazione di Matrix. Tu sei il risultato finale di un’anomalia che, nonostante i miei sforzi, sono stato incapace di eliminare da quella che altrimenti è un’armonia di precisione matematica. Sebbene resti un problema costantemente arginato, essa non è imprevedibile, e pertanto non sfugge a quelle misure di controllo che hanno condotto te, inesorabilmente, qui.
NEO: Non ha risposto alla mia domanda.
ARCHITETTO: Giusto, è vero. Interessante. Sei stato più veloce degli altri.
NEO: Altri? Quanti altri? Quali altri? Voglio uscire!
ARCHITETTO: Matrix è più vecchia di quanto tu immagini. Io preferisco contare partendo dalla comparsa della prima anomalia fino al manifestarsi della successiva. Questa è la sesta versione.
NEO: Cinque prima di me? Mente. Sono palle. Ci sono due possibili spiegazioni: o nessuno me l’ha detto, o nessuno lo sa.
ARCHITETTO: Precisamente. Come ora stai senza dubbio intuendo, l’anomalia è sistemica, e crea pericolose fluttuazioni anche nelle più semplici equazioni.
NEO: Non puoi controllarmi! Non puoi fare niente! Io ti uccido! Io posso dire tutto quello che voglio! Bastardo! La scelta. Il problema è la scelta.