Ulisse – James Joyce

UlisseNon credo negli elenchi di libri che bisogna leggere.
Non credo neppure nelle canzoni che bisogna ascoltare o nei film da vedere ad ogni costo, tutta roba per poveri di spirito e frustrati intellettuali.
Per molti e parliamo di esperti e professori, l’"Ulisse" di Joyce e’ in cima a questi elenchi ma non e’ certo la ragione che mi ha spinto a leggerlo, tantomeno lo e’ stato un presunto obbligo culturale o morale.  Curiosita’ a parte, esigenza prima e fondamentale, devo principalmente la lettura a Carmelo Bene.
In questi anni, approfondendo studi e scritti del grande artista pugliese, Joyce torna e ritorna, la sua ammirazione che lo spinge a dichiarare che l’"Ulisse" gli cambio’ la vita, e’ sincera, potente, viva, raffinata al punto dal non poter esimermi ancora a lungo dall’ignorarlo.
Ora sia chiaro, di un libro che ha generato nel tempo interi scaffali di critica, analisi e spiegazioni, non posso certo proporre chissa’ quali visioni o interpretazioni o grandi intuizioni.
Si potrebbe discutere dei singoli capitoli e delle impressioni su ognuno ma d’altro canto ogni commento sarebbe banale e superfluo dal momento in cui non avendo la competenza, non mi e’ certo possibile e neppure ammesso esprimere un giudizio se non ammantandolo della banalita’ del profano.
In realta’ proprio perche’ profano, forse la mia esperienza puo’ aiutare su alcune considerazioni.
Innanzitutto la versione. Da quando nel 2012 sono scaduti i diritti di proprieta’, sono proliferate le traduzioni disponibili, alcune delle quali si parla bene ma ho preferito restare fedele al classico ed affidarmi alla versione Mondadori tradotta e curata da Giulio De Angelis. Non posso fare confronti ma per cio’ che ho potuto valutare incrociando la traduzione col testo originale, l’impegno per la realizzazione e’ un’opera dentro l’opera.
D’altro canto chiunque non sia professore di storia e letteratura, non potrebbe cogliere che una frazione dei riferimenti storici e letterari di cui l’"Ulisse" e’ caratterizzato ed e’ per questo che l’edizione scelta s’avvale di un secondo libro come guida dei vari capitoli. Dopo le dovute premesse ed introduzioni, traduttore e curatori forniscono capitolo per capitolo, sinossi, chiavi di lettura, commenti su stile e testo, riferimenti e dizionario.
La guida e’ quindi fondamentale per la comprensione di ogni capitolo che ricordiamolo, uno diverso dall’altro in stile e per certi versi tematica, non si rende certo accessibile aggiungendo a cio’ che piu’ di tutto caratterizza l’opera e l’ha resa immortale: il flusso di coscienza. Senza una traccia nota, in prima lettura sarebbe arduo districarsi attraverso il magma percettivo dei personaggi, impossibile senza un tramite che aiuti ad entrare nel pulsare delle parole.
Per il resto che dire, Bene aveva ragione, questo e’ un libro che puo’ cambiare la vita. La sua grandezza risiede negli innumerevoli livelli di lettura che permettono di stupirsi dell’opera anche riconoscendone solo in parte.
Joyce al tempo della pubblicazione disse che il libro non poteva essere tradotto, al limite si poteva trarne un film.
In questa geniale intuizione s’accresce il suo mito e aiuta a comprendere la forza di un pensiero capace di trascendere la carta stampata e vivere nella modernita’ di un altro linguaggio come quello cinematografico riuscendo a cogliere nella sua tecnica, strumenti pronti per registi come Greenaway, meraviglioso sarebbe nella sovrapposizione di conscio ed inconscio attraverso la sua tecnica multistratificata o magari di Paul Thomas Anderson che dentro "Magnolia" seppe incrociare, vite, pensieri e destini dei suoi personaggi con un’arte seconda solo a Joyce. Credo anche che servirebbe avere piu’ tempo e ogni anno dedicare giorni per una rilettura, magari in ordine sparso, come istinto e voglia suggerisce, perche’ l’"Ulisse" permette anche questo, ogni capitolo un libro, ogni libro un autore col suo linguaggio ed infine farsi trascinare dallo stupore di sapere che il testo e’ uno soltanto cosi’ come e’ uno solo colui che l’ha scritto. 
Giunti sino a qui non contraddiro’ le mie premesse e non stilero’ alcuna classifica.
Questo e’ un libro che ti sceglie e se quel giorno arriva, basta solo non farsi cogliere impreparati.