Dallas Buyers Club – Jean-Marc Vallee

Dallas Buyers ClubMcConaughey e’ un texano da film, tutto sesso, droga e rodeo. Fin troppo perche’ dopo poco gli spiegano di essere sieropositivo e nel 1985 all’alba del clamore mediatico provocato dalla malattia, curarsi era complicato e le boiate dei nastrini rossi ancora non le avevano inventate. Destinato a morte certa nel giro di un mese, mette a disposizione della malattia il suo spirito imprenditoriale e truffaldino, importando per se e per altri malati, medicine alternative ancora proibite sul suolo statunitense. Ecco cio’ che si dice delinquere a fin di bene, specie se il bene e’ il suo. In questa specie di rinascita lo accompagna Jared Leto, conclamato pederasta e sieropositivo, inizialmente come socio, inevitabilmente sul finale come amico.
Vallee il regista c’e’ ma potrebbe non esserci. Film girato bene, montato meglio ma alla fine nemmeno ci si fa caso perche’ tutto il peso poggia sulle spalle dei protagonisti.
Di McConaughey ho avuto modo di scrivere su "Interstellar" e qui confermo tutto s’intende. Bravissimo, irriconoscibile e stupefacente, un attore riscoperto dove a ben vedere, egli stesso ha preso coscienza delle proprie capacita’. Gran gioco l’ha fatto lo smodato dimagrimento necessario per la parte e che l’ha introdotto nel club delle grandi trasformazioni fisiche che da De Niro, proseguendo per Guy Pierce e soprattutto Christian Bale, fa certamente curriculum per un attore. Niente da eccepire, impressionante.
Parimenti impressiona Leto, stesso grado di difficolta’ in un ruolo ancora piu’ difficile e sotto molti aspetti persino superiore a McConaughey. Anche lui trasformato fisicamente forse non eguaglia ma certo si avvicina moltissimo al bellissimo e straziante "Requiem for a dream" ad oggi il suo film migliore. Omosessuale credibilissimo proprio perche’ opera in levare e nel non voler ostentare ricorda il Luis Molina de "Il bacio della donna ragno", ad oggi il pederasta piu’ riuscito sul grande schermo, merito di un incredibile William Hurt nel ruolo della sua vita.
Oscar strameritato per lui ma per McConaughey? O meglio la domanda piu’ corrette sarebbe, piu’ giusto a lui o DiCaprio con "The wolf of Wall Street"?
Rispondero’ con le parole dell’amico Lapinsu proprio a commento di  "The wolf of Wall Street":
"Nella corsa all’Oscar non è stato McConaughey a battere Di Caprio ma il personaggio: un sieropositivo che lotta contro la malattia e la sanità statunitense contro uno squalo dell’alta finanza che pensa a solo a trombare, drogarsi ed arricchirsi. Non c’è partita…"
E’ cosi’ parola per parola. DiCaprio doveva vincere ma non poteva esserci gara seppur vero e’ che non e’ scandaloso sia andata come e’ andata.
Film comunque importante, da vedere che se ne pensi.
PS: sono riuscito a trattenermi e non parlare dello sfruttamento d’immagine ed economico attorno all’HIV.
Sto migliorando…

4 Responses to Dallas Buyers Club – Jean-Marc Vallee

  1. sabato83 says:

    Un film veramente stupendo, con un’interpretazione, quella di McConaughey, che fa veramente paura. L’Oscar vinto, se l’è meritato completamente!

  2. lapinsu says:

    Caro amico, è un onore essere citato in un tuo post :-).
    Son passati così tanti mesi da quel commento che manco ricordavo di averlo scritto. Bravi tu e la tua memoria e rimembrarli e ripescarli. Perchè comunque quelle parole ritengo ancora vere: in un mondo più giusto l’Oscar l’avrebbe vinto Di Caprio senza che ci fosse proprio partita.

    Dopo la parantesi vanesia, parlo un po’ del film: bello, si, ma non entusiasmante. Almeno per me. Con le storie vere è spesso così. Almeno per me. Un aspetto che ne ho apprezzato molto e che è sfuggito ai più è che il film indulge poco sul dramma della malattia in sè, sul dolore fisico e psicologico dei protagonista. Lo fa, non può non farlo, ma sempre con tatto e discrezione. La buccia di banana per scivolare nel melenso era lì, ci sono cascati film più famosi e più belli come Philadelphia, ma non Dallas. Meglio così.

    Chiudo con una parentesi su McConaughey : bravo, bravissimo. Nulla da dire. Confesso però di averlo apprezzato di più in Interstellar: con un personaggio più banale e meno caratterizzato dalla storia è l’attore a dover fare la differenza e lui la fa. Ad onor del vero è stato ancora più bravo in True Detective. Se non l’hai vista, è una serie-tv che ti consiglio (più per i personaggi che per la storia, in verità).

    • Hai il dono della sintesi che ti invidio tantissimo. Se il film mi e’ piaciuto e’ proprio perché alla fina l’AIDS e’ un pretesto, un punto di partenza che mette il dito in molte piaghe ma principalmente parla di un tizio che ha voluto vivere 10 anni e non un mese. Al meglio.
      Non riuscirei a dirti dove l’ho preferito di piu’, certo tra le due interpretazioni non c’e’ alcun gap, solo accenti che si possono preferire ad altri.
      La sua interpretazione che preferisco? Tra i due litiganti…. “The wolf of wall Street”. Strepitoso….!

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