Moebius – Kim Ki-duk

MoebiusSono decenni che adolescenti "castrati" dalla madre riempiono gli studi degli adepti freudiani, quindi fin qua nulla di nuovo ma quando una donna per punire il marito fedifrago evira sul serio il figlio, la faccenda si fa complicata, ancor piu’ complicata dal fatto che dall’inizio del film non sono trascorsi che pochi minuti, per dire non s’e’ ancora visto nulla.
Si perche’ la madre fara’ anche di peggio ma non voglio rovinare la sorpresa.
Gia’ nella vita di una persona il passaggio dalla fanciullezza all’eta’ adulta e’ complicata, se poi ci si trova con le pulsioni sessuali intatte ma senza come dire, possibilita’ di esprimerle, la tragedia e’ reale.
Il padre non sa darsi pace, la madre e’ fuggita e intanto il figlio intrattiene una morbosa e paradossale relazione con l’ex amante del genitore, una ninfomane assatanata, che consapevole della situazione, usera’ la sua perversione per soddisfare le proprie voglie e quelle del ragazzo.
Ebbene si e’ parlato di "Arirang", del desiderio del regista di azzerare tutto e ripartire, del successivo "Amen", tecnicamente e filosoficamente un passo dopo, poi "Pieta’" col ritorno alla grande e infinr "Moebius", straordinaria conferma che Kim e’ tornato e il suo cinema cresce e si evolve con ancora piu’ forza, energia e voglia d’inventare. Si perche’ non l’ho detto prima ma per l’intero film non viene pronunciata alcuna parola.
Scevro di discorsi, la recitazione si esalta negli sguardi e nelle situazioni senza mostrare alcuna forzatura nell’ostentare silenzio e si affida a certezze gia’ collaudate anche aiutandosi col ritorno di Jo Jae-hyeon, l’attore feticcio del regista che da "Crocodile" in poi ha dato espressione al suo cinema.
Ovviamente la recitazione e’ importante, fondamentale e senza alcuna eccezione, gli interpreti sono fenomenali, ognuno nel suo carico di dolore primitivo ed archetipo.
In effetti il complesso edipico, amplificato da Kim facendo interpretare a Lee Eun-woo sia la madre che l’amante, non e’ per lui un tema nuovo anzi mettendo in conto l’equazione dolore=piacere, si ripassano le tematiche gia’ affrontate in "Seom – L’isola", forse ad oggi non il piu’ celebre ma di certo il piu’ importante della sua filmografia.
A dirla tutta, Kim allarga ed espande il concetto rappresentando la presa di potere generazionale del figlio sul padre, di fatto palese e non accademica, sostituzione fondata sulla virilita’ e tutt’altro che metaforica
La madre torna ad essere genitrice eppure matrigna, in lei ogni inizio ed ogni fine e il dolore dell’uomo e’ biblico quanto il partorire lo e’ per la femmina. L’assenza di linguaggio quindi non e’ strumentale ma necessaria a sottolineare l’appartenenza delle dinamiche interpersonali ad una sfera primitiva ed animale, cosmica e atemporale. Straordinario. 
Infine perche’ il titolo "Moebius"? Basta arrivare in fondo, si sappia pero’ che una circolarita’ esiste.
Signori, Kim c’e’, fatevene una ragione e godetene tutti.

Scheda IMDB

21 Responses to Moebius – Kim Ki-duk

  1. Francesca says:

    Ok. Non una parola? Devo vederlo assolutamente.

    • Si si si e ancora si. Non so quanto tu conosca il cinema di Kim ma in virtu’ del suo reboot emotivo e artistico, puoi tranquillamente iniziare da qui ed eventualmente proseguire oltre.
      Un solo avvertimento: non farti ingannare dall’apparenza splatter. E’ un mezzo, non un fine.

      • Francesca says:

        Quanto ne conosco? Credo… niente. Il che forse è un bene: mi piace vedere qualcosa ex novo, senza pregiudizi di sorta, in bene o in male… Sono sempre felice di vagare nell’universo cinematografico.

      • Con Kim ki-Duk non sbagli ed inoltre e’ una porta perfetta per entrare nel mondo del cinema orientale e coreano nello specifico. Potrebbe persino cambiarti se non la vita, un certo gusto estetico. Facci un giro.

      • Francesca says:

        Ho visto un solo film coreano finora che mi abbia colpito particolarmente… lo ricordo con tanto affetto. E’ questo Two sisters (http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=35189): è un horror, ma con un senso. E’ l’unico film che ho visto di questo regista, per cui non ti so dire molto. Bellissima la colonna sonora, fra le cose.
        Vedrò sicuramente qualcosa di questo Kim ki-Duk, per me completamente nuovo… magari iniziando proprio da Moebius. Al solito, quando lo troverò 🙂

      • Conosco Kim Jee-woon e ti diro’, per quanto gradevole non e’ nulla rispetto l’incredibile “I saw the devil”. Prossimamente ho altro di suo in programma. Ad ogni modo, qualcosa ho scritto su https://ultimavisione.wordpress.com/tag/kim-jee-woon/
        Beh insomma, lungi dal definirmi esperto, termine che rifiuterei anche se lo fossi, se un domani farai della Corea una tua destinazione, saro’ lieto di indicarti qualche bellezza da visitare. 🙂

  2. Misterkappa says:

    Bel post, mi piace! 🙂

  3. Francesca says:

    Mi paleso nuovamente giusto per scriverti che ho visto qualcosa di Kim Ki-duk e in via assolutamente fortuita (Fuori orario, rai 3, a un’ora drammatica), purtroppo una volta ciascun film. Io come avrai capito sono una che i film ha bisogno di vederli anche 70 volte. Stavolta, approccio diverso: reazioni istintive e arrivederci. Che poi, forse avendo visto cosa fa questo signore… forse è meglio così. Film visti: Coccodrillo, Guardia Costiera e… mezzo Moebius (sono crollata addormentata, non me ne volere 😀 mi rifarò presto, credo di poterlo trovare facilmente. Mi ha colpito, tematica a parte. La mimica della protagonista femminile non si dimentica, accidenti). Mi dispiace solo di non aver visto Arirang.

    • Maledetto Ghezzi, se non mi copia non e’ contento…! 😉
      Guarda, Arirang e’ a tutti gli effetti un reset, non uno spartiacque bada bene, ma un vero reboot di stampo hollywoodiano. Puoi anche fare cosi’, dimentica il passato e da “Moebius” in avanti tutto e’ buono, anzi tutto e’ buono da “Pieta’” in poi. Per cio’ che e’ stato c’e’ tempo e nel tuo pregevolissimo difetto di vedere i film anche 70 volte, troverai pane con cui sfamarti… 🙂

      • Francesca says:

        Allora copia tu Ghezzi: inizia a parlare fuori sincrono 😀

        …bischerate a parte… prenderò senz’altro in considerazione i tuoi consigli, per ora “metabolizzo” quello che ho visto, giusto per dare un senso alle mie riflessioni (oltre che a ore di sonno perse drammaticamente, per quanto contenta ne fossi) più a caldo e tenerle buone per una seconda visione.

      • Ma gli ho insegnato anche quello! Devi vederlo infilare la mano in un calzino sporco e fare il ventriloquo imitando la tartagliata di Giusti… fuori sincrono ovviamente! 🙂
        Ghezzate a parte, su Kim quando vuoi… a disposizione!

      • Francesca says:

        Ghezzi è veramente inquietante e pensa, lo era anche prima che mi fornissi questa bella immagine 😀

        Ne riparleremo di Kim, questo te lo posso garantire. Mi sta piacendo parecchio.

  4. Francesca says:

    …che poi… Ghezzi deve avermi ascoltato e gentilmente… a giorni dovrebbe tornare Coccodrillo a orari assurdi! Sarò così folle da rivederlo? (la domanda è retorica ovviamente)

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