Boccioni. Prima del Futurismo – Fondazione Magnani Rocca, Parma 18-11-2023

Boccioni Magnani Rocca 1

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Futurismo. La nascita dell’avanguardia 1910-1915 – Palazzo Zabarella, Padova 12-11-2022

Futurismo Padova 1

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Tra simbolismo e futurismo. Gaetano Previati – Castello Estense, Ferrara 04-07-2020

Previati FE 1

 

Previati FE 2

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Urfuturismo Futurismo Oggi 2000 n. 1 – Roby Guerra, vari

Urfuturismo Futurismo Oggi 2000 n1Questo libro e’ una specie di evento e non per una sola ragione. Innanzitutto parliamo del mio primo post su un ebook, inteso come libro che esiste nella sola versione versione digitale, poi concedendomi un pizzico d’orgoglio, tra le pagine sono presente anche io.
Servirebbe ora una lunga disanima sul futurismo, cio’ che fu, come si evolse e cio’ che oggi e’ diventato ma non essendo argomento da liquidarsi in poche righe, invito alla lettura non tanto del mio post su "Trattato di filosofia futurista" di Riccardo Campa, quanto del libro vero e proprio ma ancor meglio seguire i siti, e sono tanti, che fanno capo alle nuove dinamiche futuriste, transumaniste e connettiviste.
In cima alla piramide concettuale e operativa del movimento, troviamo intellettuali come Campa appunto e parimenti Antonio Saccoccio, Stefano Vaj e ultimo ma non ultimo Roberto "Roby" Guerra.
E’ a lui che si deve il coordinamento tecnico per la realizzazione di "Urfuturismo Futurismo Oggi 2000 n. 1" primo volume che raccoglie alcuni saggi inediti e molte interviste e testi gia’ pubblicati nel corso di questi anni principalmente nel web o su altri media. Molti i temi trattati ma col denominatore comune di filtrare attraverso la nuova cultura digitale, aspetti quotidiani come politica, argomenti alti come filosofia e elementi piu’ legati ad aspetti artistici e performativi nati da un lascito antico e aggiornati alle tecnologie odierne.
Un piede nel passato, l’altro nel futuro, perche’ ricordiamolo, "futurismo" non e’ soltanto un movimento artistico relegato ai libri di storia ma una filosofia che ieri come oggi, definisce linee guida di pensiero e d’azione, uno stile che e’ metodo perche’ e’ innanzitutto credo e obiettivo. Si puo’ e si deve analizzare la societa’ attraverso la lente del futurismo e tramite esso rivoluzionarne le dinamiche fallimentari che si manifestano oggigiorno nella loro drammatica attualita’.
Percio’ nelle quattro sezioni centrate su Nuova Oggettivita’, Urfuturismo, Tempi Netmoderni e Sublime Avvenire, si diverge partendo da un punto comune, verso i vertici di un quadrilatero che racchiude idee e bisogni.
Tanti, tantissimi gli autori interpellati attraverso il meccanismo delle domande incrociate e reiterate, campionario a 360 gradi di metodi e soluzioni di tensioni, a volte visioni diverse, segnale di un movimento vivo e sensibile all’evolversi degli accadimenti.
Oltre i luoghi comuni, oltre la politica, superare la destra e la sinistra girandosi indietro e guardando avanti, non fosse altro che ormai parliamo di etichette senza alcun legame con storia, cultura o tradizione.
Per cio’ che mi concerne resta la grande soddisfazione di vedere il mio nome accostato ad altri che in questi anni ho ammirato e studiato e francamente non potevo ambire a niente di meglio.

Dove acquistarlo
Urfuturismo Futurismo Oggi 2000 n. 1
Roby Guerra Futurista
Movimento Particellare

Marinetti 70 – Antonio Saccoccio, Roberto Guerra

Marinetti 70Ancora futurismo su queste pagine e non e’ un caso. Che io sia legato al ad esso come movimento artistico e parimenti corrente filosofica, nemmeno questo e’ un caso. Passano gli anni e tanti ormai rimandano a quando piu’ o meno casualmente entrai in contatto con Antonio Saccoccio e tutto il nuovo movimento futurista, un movimento composto da tante personalita’ di diversa provenienza ed esperienza col comune bisogno di rilanciare o meglio ribadire l’importanza del lavoro marinettiano e di tante eccellenze che all’inizio del secolo scorso cambiarono la storia dell’arte e del pensiero. Al centro di tutto Filippo Tommaso Marinetti e non soltanto come firmatario del primo manifesto e ideologo tout court ma non di meno impegnato nell’incessante prodigarsi affinche’ il messaggio e l’energia del movimento non andasse dispersa.
Tralasciamo l’inutile dibattito dei legami tra Marinetti e il fascismo, non altro che un diversivo che sposta l’asse di ogni analisi su inutili cammini, quando il lavoro sul linguaggio e sulla tecnica fu enorme, rivoluzionario come poche correnti artistiche riuscirono e riusciranno ad essere.
Marinetti figura centrale del ‘900 e nel 2104 cadde il 70esimo anno dalla sua scomparsa. Troppo colpevole silenzio, rimediato in parte da Saccoccio con questa pubblicazione, una raccolta di temi che copre gli innumerevoli aspetti della vita personale ed artistica del grande scrittore, un lavoro corale che vede le forme di Saccoccio e Guerra com’e’ ovvio ma non mancano i nomi noti del movimento – ne cito alcuni non si offenda nessuno per le dimenticanze – come Riccardo Campa, Vitaldo Conte, Miroslava Hajek e outsider per cosi’ dire, come Giordano Bruno Guerri, Enrico Crispolti, Giovanni Antonucci e davvero molti altri.
Attenzione pero’ non si tratta solo di celebrare ma di ricordare, ribadire, sottolineare, rilanciare il pensiero futurista alla luce di una incredibile modernita’ e capacaita’ di comprendere profondamente il futuro, quindi gli anni che stiamo vivendo e fornire di le chiavi per guardare ancora piu’ avanti. Questa e’ l’eredita’ importante che ci ha lasciato Marinetti, ecco perche’ si continua a parlare di filosofia e non solo d’arte ma in fondo si torna al libro di Campa, letto qualche tempo fa, qui ribadito.
Testo compatto ma importante, impossibile fermarsi dopo averlo letto, e’ necessario proseguire e dopo la lettura la direzione diventa chiarissima.

Art Deco, Gli anni ruggenti in Italia – Forli, 13-05-2017

Art Deco, ForliChe Forli’ sia un esempio da imitare per il sistema museale italiano non lo dico io, lo dicono i numeri. Ampio spazio ben gestito, ben curato, ben organizzato, mostre non necessariamente popolari ma che si possono leggere in diversi modi attirando quindi una vasta platea. Un occhio di riguardo tra la fine e gli inizi del XX secolo e con questa scelta far arrivare pubblico da ogni parte d’Italia, Da quelle parti sanno seguire il buon vento, percio’ non ci sorprendiamo di vedere l’Art Deco italiano onorato di tanta attenzione. La chiave di lettura ce la forniscono i curatori stessi: l’Art Deco non fu un genere ma un gusto, uno stile che trasversalmente ha attraversato vita, moda, arte e arredamento, in pratica una tendenza che dal vecchio al nuovo continente, non ha risparmiato alcun aspetto della societa’, segnando indelebilmente nel ricordo di tutti, un’epoca. Soffermarsi sul Deco in senso assoluto e’ impresa ardua, limitarsi all’Italia si puo’ ed e’ cio’ che si sono proposti a Forli. Proprio per la vastita’ della sua portata, il Deco lo vediamo organizzato per punto di attrazione, dalla sua incarnazione post-Liberty passando per le influenze orientaleggianti provenienti in gran parte dall’estero, neo classico lo stile italiano influenzato senza alcun dubbio dal percorso stilistico voluto dal fascismo. Tra tutti gli italiani svetta Gio Ponti e le sue ceramiche ma ancor di piu’ il Deco si sublima nella figura di D’Annunzio col Vittoriale saccheggiato per la mostra ma sappiamo che per quanto si tolga, e’ una goccia nel mare dell’oceano di raccolta bulimica del Vate. Troviamo molti artisti provenienti dal futurismo come Depero e altrettanti che daranno un’impronta fondamentale all’estetica fascista come Thayath. Insomma, un decennio fondante e vastissimo. Nulla e’ dimenticato, design, arredo, architettura, sculture, dipinti, finanche abbigliamento ma a Forli’ ci hanno abituati a tanta minuziosa cura. A tratti dispersiva, il Liberty a Reggio Emilia riusci’ a focalizzare qualcosa di altrettanto vasto con piu’ precisione ma poco toglie alla qualita’ del lavoro ultimato. Ancora una volta segnalo l’impossibilita’ di scattare foto ma a Forli’ proprio da questo orecchio non ascoltano e fanno male. Ancora un mese per visitarla.

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Alberto Sipione Nicaragua: Architettura quotidiana – Entr’acte – Genova 06-05-2017

Alberto Sipione Nicaragua Architettura quotidianaAntefatto: da molti anni ormai sono in contatto e in piccolissima parte collaboro col gruppo MAV, Movimento per l’Arte  Vaporizzata, gruppo eterogeneo di artisti e intellettuali, che nel tempo ha rielaborato filosofia e tecniche di movimenti artistici e filosofici tra i quali il futurismo e il situazionismo.
E’ proprio attraverso il gruppo che conosco il lavoro di Alberto Sipione, fotografo siciliano, studioso e profondo conoscitore del movimento debordiano. Gli scrivo per complimentarmi del suo lavoro e viene fuori che ascoltava e apprezzava le mie audio  incursioni rumoriste. Insomma la nostra e’ una frequentazione che vorrei pregiarmi di chiamare amicizia dopo tante email sui rispettivi lavori e non solo.
Nel frattempo abbiamo iniziato un progetto comune che per ora non anticipo ma cio’ che conta e’ il concretizzarsi la possibilita’ di vedere finalmente esposte le sue opere, averle innanzi dal vero e non solo su carta e monitor.
Lo ospita la galleria Entr’acte a Genova percio’ si programma la trasferta con un unico rammarico, non poter esserci per l’inaugurazione.
Come spesso accade, le eccellenze s’accompagnano ad eccellenze e alla Entr’acte conosco  Sandro Ricaldone, curatore, responsabile e proprietario della galleria, persona di gentilezza squisita che apre la galleria di sabato anche se dovrebbe essere chiusa per turno, ci accoglie con grande amicizia e non ci lascia uscire senza un omaggio. E’ che a un mondo che funziona nel migliore dei modi e alle persone gentili abbiamo perso l’abitudine, purtroppo.
Ad ogni modo questo lavoro di Sipione si concentra sul Nicaragua e nel titolo Architettura quotidiana si riassume il senso d’operazione. Sipione e’ uomo colto e sensibile, attento al sociale che dal situazionismo eredita la visione psicogeografica che egli applica indistintamente ai piccoli e grandi agglomerati urbani, alle periferie siracusane, ai ricchi spazi lavorativi elvetici, qui applicata nella ristrettezza di piccoli ambienti, stanze e cortili nel cuore del Sudamerica. Tutti questi luoghi cosi’ diversi tra loro hanno in comune l’assenza di umanita’, umanita’ che viene raccontata proprio dal vuoto che lascia e in cio’ la grandezza di Sipione come fotografo e intellettuale. Il suo lavoro puo’ essere letto da un punto di vista prettamente estetico pur quando l’obiettivo e’ il sociale, per certi versi antitetico alla sola forma. Tavoli, sedie, letti e soprammobili, la mistica del Sacro che si confonde con la ragione dell’esistere e per qualcuno non resta molto altro. Nel suo sguardo c’e’ la placida rabbia di chi puo’ agire solo attraverso il racconto e nella semplice complessita’ di quei luoghi e quegli ambienti, la dignita’ di chi li abita, la consapevolezza del diverso aggrapparsi a qualcosa o qualcuno per sopravvivere. La forza di quelle vite e’ dirompente, t’assale ed t’incanta, rapisce lo sguardo che non puo’ esimersi dall’esplorare e nel contempo, sentire, conoscere capire. Date un’occhiata al suo lavoro ma allo stesso tempo non perdete l’occasione di acquistare il catalogo, ancor meglio con l’investimento e il privilegio di possedere un’opera originale.
Naturalmente  c’e’ la mostra disponibile sino al 21 Maggio, la ragione piu’ bella per andare a Genova.

Alberto Sipione Fotografo
Fotografia 21 (Alberto Sipione su FB)
Entr’acte pagina FB
Entr’acte sito
Movimento Arte Vaporizzata

Pulsional Gender Art – Vitaldo Conte

Pulsional Gender ArtColpevolmente leggo il libro anni dopo l’acquisto. Succede che gli amici di "Avanguardia 21" tornino alla carica con una serie di nuove uscite sensazionali tra le quali il nuovo libro di Conte ed e’ qui che mi accorgo di aver perduto il precedente, sepolto sotto il peso di decine di altri testi in attesa di lettura.
Cose che capitano a noi compulsivi del libro.
Il mio peccato pero’ non e’ da poco dal momento in cui paliamo di un testo a dir poco interessante ma del resto basta dire Conte per spingere alla lettura.
Vitaldo Conte, artista, saggista, curatore, docente, una vita spesa con e per l’arte, un didatta che sperimenta sul campo le idee che teorizza e sviluppa. E’ difficile riassumere "Pulsional Gender Art", testo molto articolato, variegato, un’analisi del corpo come strumento tecnico e banco di sperimentazione teorico. Causa ed effetto, partenza e destinazione di un percorso artistico in ogni accezione possibile, dall’illustrazione del tatuaggio alla mutazione con innesti e trattamenti anche violenti, body art e Gina Pane per intenderci. Il sesso che a sua volta puo’ quindi essere visto come un’estensione del corpo nel suo essere arte. Di conseguenza l’esperienza futurista nelle teorizzazioni marinettiane e nelle pratiche di tutti i suoi seguaci, riassume nell’idea di vita che si fa arte, la teorizzazione di Conte.
Anzi e’ proprio nell’esperienza fiumana che Conte riconosce la summa di tutto il discorso, con D’Annunzio da una parte e uomini come Keller ad incarnare l’idea dall’altra . Per questa ragione Conte fu tra i promotori e teorici del .net futurismo con scritti e performance che caratterizzarono il centenario del movimento.
Lo stile di Conte e’ conciso ma molto preciso, ricorda nel suo spaziare teorico a 360 gradi il miglior Jean Clair.
Lo si legge d’un fiato e ancor meglio si apprezzano le molte illustrazioni anche a colori.
Ancora una splendida uscita da Avanguardia 21, in attesa delle nuove pubblicazioni a breve disponibili.

Cavellini dixit – Piero Cavellini, William Nessuno, Antonio Saccoccio

Cavellini dixitGuglielmo Achille Cavellini nel 2014 avrebbe compiuto cento anni e gia’ a suo tempo previde anzi prefisso’ mostre e manifestazioni a lui dedicate, alte onorificenze e celebrazioni in tutto il mondo.
Megalomane? Si, decisamente e fu proprio la megalomania la sua cifra stilistica e grande innovazione nel mondo dell’arte. Cavellini, ignorato dalla critica, si spinse oltre l’autopromozione istituendo di fatto e per la prima volta, l’Autostoricizzazione. Qualcuno afferma che egli fu un anticipatore dell’edonismo internettiano che coinvolge chiunque abbia una benche’ minima velleita’ artistica. In parte e’ vero perche’ l’autopromozione e’ l’arma piu’ potente e spesso unica, in mano a chi vuole proporre un discorso artistico o letterario, il vero plus che i nuovi media hanno introdotto nel nuovo millennio.
Se in passato la visibilita’ poteva essere data solo dal Sistema, Sistema che ricordiamo, tutt’altro che imparziale ed obiettivo, chiuso attorno ai propri interessi e impermeabile a quanto non rientri nelle sue grazie, oggi esistono molte altre strade, sulla cui efficacia c’e’ da discutere ma certamente gli orizzonti sono allargati rispetto a qualche tempo fa.
Se pero’ l’autopromozione diviene un veicolo proprio ma egoistico, edonistico appunto per artisti che per forza di cose si sentono geni incompresi, Cavellini fece dell’Autostoricizzazione un gesto ribelle non finalizzato al riconoscimento personale, non soltanto per lo meno ma un vero e proprio proclama e sistema. Egli che a oltre il farsi arte, s’inventa un Sistema proprio, creo’ di fatto un nuovo metalinguaggio per esprimersi e nel contempo denunciare le storture di un mondo schiavo dei propri falsi protagonisti, non le opere bensi’ critici, galleristi e mezzi d’informazione. Tutto condito ovviamente con una bella dose d’ironia.
Forse le cose sono andate diversamente da cio’ che Cavellini sperava ma la sua opera e’ rimasta e nel volumetto riproposto dagli amici di Avanguardia 21, troviamo innanzitutto la prefazione di William Nessuno che introducendo la mail-art e la rivista "Circolo Pickwick", ci ricorda coma venne a conoscenza dell’artista negli anni ’80, riproponendo l’intervista pubblicata a suo tempo. Oltre a questa e a un nutrito numero di fotografie scattate per l’occasione. Inoltre l’intervento critico di Antonio Saccoccio attualizza l’opera dell’artista relazionandola al Futurismo da Cavellini piu’ volte citato, spirito mai negato ma non condiviso perche’ a suo dire poco pratico e troppo teorico ma che di fatto egli prosegui’ attraverso il tentativo di riscrittura delle regole nel mondo dell’arte.
Non mancano naturalmente foto che ritraggono Cavellini nelle opere e nelle manifestazioni lui dedicate, sezione del libro che in fondo meglio di tutto, rappresenta l’artista.
Molto interessante, divertente, stupefacente, un artista che merita questo libro e molto altro.

Pagina dell’editore

Severini, L’emozione e la regola – Fondazione Magnani Rocca, Parma 28-05-2016

Severini, L'emozione e la regolaCome non iniziare parlando della villa che accoglie la mostra, casa della Fondazione Magnani Rocca. L’ultima mia volta era autunno, l’uggioso novembre rendeva suggestivo il parco maestoso immerso nel silenzio padano. Adesso con l’estate alle porte, e’ un’esplosione di luce, lo smeraldo dei prati mossi dal vento, invitano a restare e godere di tutta la pace, il sole, il calore possibile. Dico questo perche’ v’invito a prendervi del tempo per la mostra s’intende ma anche per rimanere qualche minuto in piu’ dopo la visita. Restiamo pero’ a Severini.
Il futurismo e’ di casa in Fondazione perche’ dopo Balla, anche Severini e’ un gran bel regalo. Certo, sappiamo che per l’artista toscano il futurismo fu un momento di passaggio, fondamentale ma neppure il più importante di tutta la sua carriera che lo ha visto spaziare tra generi e tecniche in un continuo rimando, aggiornamento ed evoluzione di uno stile mai domo. Contro ogni logica anche commerciale, negli anni ’50 rielaboro’ tecniche passate, ridefinendo nuovi confini tra gli altri al cubo-futurismo con opere visivamente ed emotivamente impressionanti, meravigliose. La mostra propone sale tematiche legate ad argomenti a lui piu’ cari come la danza, la natura morta, il ritratto e laddove anche il bozzetto e lo studio valgono da opera fatta e finita. trovarsi innanzi il grande "Zeus partorito dal sole" coi suoi 12 metri quadrati di superficie, non si puo’ che perdercisi dentro, inesauribile fonte di meraviglie, simboli e significati, leggenda, storia e religione, incredibile ancor piu’ se lo si pensa prodotto nel 1954.
Minor formato ma pari grandezza "Lumière + Vitesse + Bruit. Interpénétration simultanée" del 1913, un olio su tela che raccoglie cubismo, futurismo, divisionismo, il meglio di dieci anni di grande pittura. Tutto questo splendore s’esalta nell’imponente e brillante cornice della villa, sia nella parte piu’ moderna delle mostre temporanee, che nella zona della permanente, della quale si e’ gia’ parlato.
Credo di aver fornito ben piu’ di un motivo per visitare la mostra, c’e’ tempo fino al 3 Luglio, non servono altre ragioni

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