X-Men III: Conflitto finale – Brett Ratner

X-Men III -Conflitto finaleNel viaggio a ritroso all’interno della saga cinematografica degli uomini X, ho deciso di saltare la trilogia, un po’ per tempo, un po’ per voglia, limitandomi al solo terzo capitolo, il piu’ interessante per molti motivi e conclusivo sotto svariati aspetti.
La storia e’ difficilmente raccontabile dal momento in cui affonda pesantemente le radici nei precedenti due episodi ma facilmente riassumibile come resa dei conti tra umani, mutanti buoni, mutanti cattivi.
Detto questo, non si fugge al tono drammatico della vicenda e in qualche modo s’inizia a discuterne l’etica, motore della storia e a dire il vero una delle forze trainanti delle trame mutanti da trenta anni esatti, da quando Chris Claremont e John Byrne diedero alle stampe  "Days of Future Past", mini saga autoconclusiva capace pero’ di spostare l’intero assetto ontologico mutante.
Se e’ vero che il tema del "diverso" esteso alla "razza" e’ presente sin dai primi numeri della collana, quando Erik Lehnsherr / Magneto rivelo’ il disprezzo e la voglia di predominio sulla razza umana proprio a causa del suo passato di sopravvissuto ai campi di concentramento nazisti, con "Days of Future Past", la questione mutante declino’ da gioco di potere per il predominio del mondo a gestione di sopravvivenza futura per una nuova e conclamata razza destinata ad ereditare la Terra.
Filosoficamente il cambio fu epocale e per quanto in questo terzo episodio cinematografico l’accenno alla storia sia velata, quasi scherzosa nella riproduzione simulata all’interno della stanza del pericolo,essa sfoga tutta la sua violenza nel topico finale, momento in cui si abbandonano le enormi implicazioni etiche delle fazioni in campo a favore di ottimi fuochi d’artificio. Rimangono incompleti gli annessi strascichi morali per ovvie ragioni di tempo ma del resto non sono bastati decenni al fumetto, per sciogliere il nodo della convivenza tra umani e mutanti.
Come se non bastasse, gli sceneggiatori hanno pensato bene di shakerare una vicenda gia’ di suo complessa con la "Dark Phoenix saga", altra pietra miliare per gli X-Men che dopo un lungo e complesso intreccio di storie e vicissitudini, si ritrovano a combattere contro Jean Grey, studentessa nella prima classe di Xavier, potente, bellissima e dotata di poteri cosmici dopo l’unione con la forza / entita’ Fenice.
Momento indimenticabile dell’universo Marvel e dei supereroi in genere, commovente e coinvolgente, la "saga di Fenice" resta un altissimo esempio della lirica di Claremont e dell’epica mutante del quale restano frammenti sparsi e disordinati nel terzo capitolo cinematografico, pallida ombra di cio’ che la vicenda ha rappresentato.
A questo punto mi si conceda, un po’ per paradosso se vogliamo, di glissare sul film in senso stretto, limitandomi ad apprezzare i costosissimi effetti speciali e in generale una conoscenza completa del mondo mutante ma come ho gia’ avuto modo di scrivere sin troppe volte negli episodi passati della saga cinematografica, questi non sono i miei X-Men e dopo lo spettacolo e’ inevitabile un pizzico di amarezza, soprattutto quando si sono sfiorate le vette piu’ alte di una serie cosi’ amata.

Scheda IMDB
"The Dark Phoenix saga" da Wikipedia
"Days of Future Past" da Wikipedia

Lascia un commento