Michael. Diario di un destino tedesco – Joseph Goebbels

MichaelEsiste ed e’ diffusissima la tendenza da un lato ridicola, dall’altra abominevole, di valutare un prodotto letterario o artistico, in base alla vicinanza ideologica col suo artefice. Mi spiace ma non lo comprendo.
Certo, e’ normale simpatizzare con chi ci da ragione, e’ persino doveroso avere un occhio di riguardo nei confronti di chi sostiene le medesime idee ma da qui a farsi piacere un libro piuttosto che una canzone o al contrario rifiutare qualcosa che potrebbe piacere ma proveniente da chi non aggrada, e’ una bestemmia contro l’intelligenza.
E’ la logica dei vincitori e non importa se la storia ha sconfitto pure loro.
Scopro di recente l’esistenza della Thule Italia Editrice e mi sorprendo, quando non dovrei in quanto cittadino appartenente ad un societa’ libera e democratica, che e’ possibile avere accesso alla cultura degli sconfitti, senza retorica ideologizzata, pura analisi e cronaca di un’epoca che in qualunque accezione si voglia porre, ha caratterizzato la storia dell’umanita’.
All’interno di questo contesto, trovo pubblicato "Michael", unico romanzo di Joseph Goebbels, passato alla storia non certo come scrittore ma in quanto ministro della propaganda del Terzo Reich e artefice della gestione mediatica nazista per tutta la durata del regime.
Lascio la storia di Goebbels in mani piu’ esperte delle mie e a contesti piu’ opportuni ma e’ bene tener presente che il romanzo e’ da considerarsi una parziale autobiografia dell’autore.
Impariamo dalla prefazione che intercorsero quasi dieci anni dalla prima stesura all’uscita in libreria e in questo lasso di tempo, il testo si e’ progressivamente trasformato da storia personale a mezzo di propaganda, seguendo in fondo, il cambio di prospettiva ideologica di Goebbels, passato dal marxismo al nazismo attraverso la portante socialista nella quale non ha mai smesso di credere e che fece di lui un gerarca per molti versi e in molte occasioni, ribelle.
Questa mutazione ben si evince tra le pagine del libro, redatto in forma di diario, piccoli paragrafi che raccontano di Michael, reduce della prima guerra mondiale e studente prima, lavoratore poi di una Germania fisicamente e moralmente distrutta, senza piu’ una identita’ nazionale e soffocata da un capitalismo ottuso e vorace.
Al suo interno si mescolano senza soluzione di continuita’, le esperienze di vita del ragazzo, i suoi amori, il desiderio di realizzarsi e di evolversi, confondendo l’ego con la propria nazione e ricavando soluzioni per l’uno come per l’altra.
Diciamolo chiaramente, il valore letterario dell’opera e’ pressoche’ nullo. Nullo nello stile, nella concezione e nel compimento. Disomogeneo e superficiale, lascia nelle mani del lettore un protagonista dalle idee confuse ed in fondo irrisolte perlomeno sino al momento in cui un fuhrer, un leader, arriva a indirizzare la sua vita.
Straordinario invece l’apporto storico, sociologico e per molti versi antropologico del testo che senza trattati o analisi, svela immediatamente lo Zeitgeist e l’humus nel quale il nazismo e’ cresciuto e formato.
Usciamo dall’idea che il nazismo sia piombato nella Storia come una malattia o una calamita’ imprevedibile, smettiamo di farci raccontare che la questione ebraica sia stata una questione di razza e non economica, piuttosto leggere "Michael" aiuta a comprendere l’intera vicenda dal basso, dalle sensazioni crude a basilari, toccando la carne viva del popolo che volle il regime cosi’ come e’ stato e si e’ evoluto.
Leggendo il romanzo di Goebbels, torna alla memoria prepotentemente "L’uovo del serpente" di Bergman, l’invito a guardare gli occhi di quei bambini, di quegli uomini e attraverso essi comprendere il perche’ del nazismo e perche’ quegli occhi, quei bambini, quegli uomini siano i veri protagonisti del libro laddove Goebbels parli con la loro voce.
Chiara l’importanza di un libro come questo ed ecco la ragione per la quale e’ cosi’ difficile reperire documenti simili che solo grazie a case editrici coraggiose come la Thule Italia, possiamo avere a disposizione.
Leggere di piu’, leggere tutto. Unica strada possibile.

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