Il cuoco, il ladro, sua moglie e l’amante – Peter Greenaway

Il cuoco, il ladro, sua moglie e l'amanteGreenaway mi crea problemi anche a rivederlo perche’ rivederlo non basta e non puo’ bastare una volta come due o cento. Ci sono uomini che spendono l’intera vita a studiare, analizzare, comprendere un quadro, lo stesso Greenaway ha dedicato un intero film a "La ronda di notte" di Rembrandt e dietro il film quanta passione, quanta dedizione. Ebbene Greenaway lo trovo meravigliosamente frustrante perche’ la tentazione di fermare le sue pellicole e guardare, studiare, approfondire, stupirsi e’ tutt’uno con l’impossibilita’ di dedicare il tempo che meriterebbe. Talvolta esagera ma questa pellicola per quanto non possa dirsi semplice, non raggiunge la complessita’ visiva de "L’ultima Tempesta" e lasciando passare le sequenze come un bel sogno, e’ possibile concentrarsi sulla storia che come il titolo vuole, e’ incentrata sui quattro personaggi del titolo e viene da se’ che essere amanti della moglie di un ladro, farabutto aggiungerei, non e’ consigliato ne’ consigliabile.
Pellicola giocata in gran parte al ristorante posseduto dal ladro e guarda un po’, amministrato dal cuoco laddove Greenaway, con l’aiuto dei colori, usa gli ambienti come stati emotivi e dentro d’essi si sposta nello spazio e nell’astratto con precise carrellate orizzontali in lunghi piani sequenza. La mente di un pubblicitario bollito potrebbe definire il film shockante, termine oramai strabusato  ma e’ pur vero che Greenaway gioca coi contrasti per suscitare emozioni che possono piacere o non piacere ma lasciano il segno e lo fa coi colori principalmente ma nondimeno coi dialoghi e le situazioni reiterate durante tutto lo svolgimento del film, come fossero variazioni in crescere dello stesso tema.
Infine la questione simbolista. Personalmente non mi ci metto neppure a estrarre cabale e supposizioni perche’ nel mare magnum  di oggetti, parole e situazioni, si puo’ affermare tutto e il contrario di tutto.
So pero’ che Greenaway e’ un artista, nasce pittore e per cio’ che mi riguarda l’estetica travalica ogni altro aspetto e la sola etica ammissibile e’ quella dell’equilibrio delle immagini e cio’ basta e avanza par definirlo un film straordinario.

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