Made in Japan, MIC Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza, 12-11-2016

Made in Japa - FaenzaConfesso che senza l’occasione della mostra "Made in Japan" non mi sarei sognato di andare ad un museo delle ceramiche.
Per carita’, nulla da dire se non che poco o nulla m’interessa l’argomento e al solito, troppe gite sbagliate con insegnanti ancora piu’ sbagliati, m’hanno reso odioso il solo pensiero di vedere cocci, sassi, stracci e reperti di un passato mal spiegato e mal raccolto. Ebbene non potevo essere in errore piu’ di cosi’.
Facile da raggiungere, il museo e’ nuovissimo e incredibilmente grande, tanto che servono ore per visitarlo solo di sfuggita. Tutto ruota attorno alla ceramica come e’ ovvio che sia ma e’ un approccio a 360 gradi che inizia dal passato e si spinge al presente ma andando ancora oltre, il viaggio nel tempo si estende al mondo intero, oriente soprattutto per mettere a confronto nazioni, tecniche e la loro evoluzione. Ampi gli spazi didattici che gli adulti possono sorvolare per finire e qui la vera meraviglia, nel fenomenale reparto dedicato al XX Secolo dove la ceramica diviene oggetto d’arte. Qui scopriamo opere di una bellezza infinita, sbalorditiva persino. E’ un approccio nuovo che inizia dal materiale e arriva all’artista, non il contrario come di solito lo si affronta, percio’ nomi noti, due a caso su tutti Fontana e Picasso, li si rilegge su altri fronti dando modo di vederli fuori dai contesti classici.
E’ a questo punto che ci si perde nei grandi saloni tra sculture che hanno attraversato e caratterizzato tempo e storia. Mi sono ripromesso di tornare e certo lo faro’ magari approfittando di una nuova mostra temporanea.
Si perche’, come se non bastasse tanto splendore, al MIC si preoccupano di alternare alla permanente delle mostre temporanee e fino all’ 8 Gennaio c’e’ tempo per visitare “Made in Japan. La scultura ceramica giapponese del XX secolo" con cento opere di artisti nipponici assieme ad alcune stampe dell’ottocento e alcuni scatti dell’artista Tomoko Goto.
Non proseguo oltre, del resto e’ una mostra che va vista e gustata con calma e attenzione, perdendosi nei particolari, nei materiali, domandandosi costantemente  quale miracolo tecnico e quanta dedizione serve per creare simili meraviglie. Da oggi ho un nuovo appuntamento fisso.

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