Disco Emilia – Lorenzo Immovilli, Stefania Carretti, Elisa Savignano
30 dicembre 2016 2 commenti
Qualche mese fa, allo Spazio Gerra di Reggio Emilia in occasione della Fotografia Europea 2016, vidi il documentario "Disco Emilia" e rimasi talmente entusiasta che mi augurai che qualcuno si prendesse la briga di farne un film.
Scopro che non solo sono stato accontentato col DVD ma che assieme trovo un libro per approfondire cio’ che il documentario ha mostrato.
Solo oggi, a distanza di 30 anni, ci rendiamo conto veramente cosa fu l’Emilia in quegli anni e che fenomeno unico ed irripetibile rappresentassero le discoteche e i locali da ballo. Io c’ero e luoghi come il "Kiwi" o il "Picchio Rosso" erano ordinaria amministrazione per noi ragazzi, anche chi per me ha amato poco le discoteche, vuoi per la musica, vuoi che il ballare in se’ non mi ha mai attratto, ma come si poteva sfuggire al fascino della folla, delle ragazze, dell’esaltazione che comunque ti prende quando certi pezzi uscivano dalle casse. E mica parliamo solo di disco dance, luoghi come il Kiwi offrivano sale diverse e se da un parte imperava l’italo disco, a qualche decina di metri si ballava con la new wave e il technopop. Ce n’era davvero per tutti e l’Emilia era un riferimento non solo nazionale ma per tutto il mondo, Stati Uniti compresi che venivano da noi per imparare come costruire locali da ballo che potevano ospitare 3,4, 5000 persone a sera per 3 o 4 giorni alla settimana.
Cosa creo’ tutto questo? E’ difficile dirlo o meglio da un lato l’emiliano e’ qualcuno che come dice Ferretti Lindo Giovani, "un quarto al benessere, un quarto al piacere, un quarto all’ideologia, l’ultimo quarto se li porta tutti via", uno cioe’ che lavora duro poi si vuole divertire e spende per farlo. Poi servono soldi e qui ne sono sempre girati, percio’ vi furono imprenditori intelligenti e danarosi che investirono in queste strutture. Serve anche la fortuna perche’ molti di questi locali precedettero di qualche anno "la febbre del sabato sera" e quando la dancemania arrivo’, eravamo gia’ pronti. Seguirono 10 anni a dir poco esplosivi, incredibili, inimmaginabili e inspiegabili per chi non c’era. Ecco, libro e documentario raccontano tutto questo con a voce dei protagonisti, i DJ innanzitutto, poi gli impresari, i direttori, i tecnici, persino un celebre buttafuori e lo fa con un taglio originale, veloce e ben riuscito. Tanti micro capitoli definiti da grafica accattivante e molta ironia, testimonianze incrociate e molti ricordi, i soli a poter dare la chiave di cio’ che avvenne. Il lavoro dei curatori e della regia e’ davvero notevole, il film si fa guardare anche solo per la velocita’ e il divertimento che trasmette e una volta visto se ne vorrebbe vedere ancora.
Il libro viene incontro riaggregando le interviste alle singole persone e di fatto riproponendo quanto visto, nella versione integrale.
Davvero fenomenale. DVD e libro sono da avere non tanto come memorabilia quanto per comprendere uno spaccato d’Italia, rivivere un periodo da sogno e magari domandarsi come siamo potuti precipitare alla condizione attuale. Ecco, forse capendo meglio cosa eravamo, puo’ aiutare a comprendere come tornare ad esserlo.