Node Festival 2016 – Modena 11-11-2016

Huerco S Node 2016Finalmente torna a Modena il Node Festival dopo una pausa forzata durata oltre un anno. Un’amministrazione cittadina che non ha poche migliaia di euro per una manifestazione il cui eco ha abbondantemente superato i confini provinciali quando invece ne spende duecentomila per esibire figurine di sua proprieta’ in locali gia’ pagati, da’ il senso del degrado nel quale Modena e’ precipitata, eppure gli organizzatori ce l’hanno fatta e con una formula completamente rinnovata. Una settimana colma d’appuntamenti, alcuni a prezzi popolarissimi come per Lubomyr Melnyk e la serata del venerdi’ gratuita e in seno alla Galleria Civica come da tradizione. Se l’anno di fermo e’ servito a qualcosa e’ stato per consentire di riassestare la formula iniziale, tornando a riequilibrare la parte sonora con quella visuale, estendere ed allargare il dominio della performance sino ad abbracciare l’elettronica che compone su tante bande di frequenza.
Gea Brown e’ una sound artist di casa nostra malgrado le apparenze e ci presenta un set piu’ vicino alla performance che al concerto. Sara’ per via dei suoi trascorsi nel mondo dell’arte che la conversazione con Bettina Wenzel si destruttura reichamente in una sorta di pattern tridimensionale, una disposizione cubista del parlato accompagnato da droni, campioni e per dar forza alla propensione djiing, piatto e base gracchiante a far da supporto ritmico. Un lavoro interessante.
A seguire c’e’  Fis, un non-duo composto da Oliver Peryman che in questa occasione s’affianca al videoartista Jovan Vucinic in una performance nella quale si precipita nel suono, una ricerca minuziosa di anfratti ed echi profondi, una lente d’ingrandimento acustica che rivela paesaggi sorprendenti, sottolineati dal visual stratificato e minuzioso di acqua, gocce, pietre e foglie, l’ordinario che si fa straordinario se osservato da vicino e con occhio ben aperto. In effetti e’ difficile stabilire se sia l’elettroacustica ad accompagnare il video o viceversa, gran bel lavoro collaborativo quindi, un legame che implica i due elementi associati. Non clamoroso ma gradevole. 
Becker & Keszler Node 2016Huerco S. aka Brian Leeds viene dagli Stati Uniti per proporci la sua idea d’ambient, idea figlia di tendenze che ascoltiamo sempre piu’ di frequente. Il nuovo ambient infatti non e’ un etereo figlio dell’aria ma scivola fluido, a tratti vischioso dove le dolci curve di droni cangianti s’inaspriscono in angoli secchi e svolte repentine.
Visual dell’italianissimo Riccardo Bazzoni per un set interessante ma che non ci racconta troppo di nuovo.
Chiudono la serata il duo Rashad Becker all’elettronica e Eli Keszler alla batteria e con batteria intendendo la classica con rullante, cassa e piatti seppur preparata come Cage insegna. Cio’ che il duo propone e’ una performance improvvisata e se e’ vero che l’elettronica dal vivo ha comunque una forte valenza istintiva, il suono acustico rimanda ad inedite sonorita’ jazz per un esperimento piu’ efficace nell’idea che nel compimento.
Come appunto il free insegna, serve comunque un centro armonico o ritmico attorno al quale ruotare, equilibrio che al duo manca quasi sempre, percio’ alla fine resta poco e ci si gode dei momenti di sincrono nei quali emerge uno schema da seguire anche per loro e per noi. Buono il principio, meno efficace il risultato.
In conclusione che dire, gran ritorno del Node, scelte raffinate, stile ed equilibrio ritrovato e seppur i singoli artisti non mi abbiano impressionato, la strada da percorrere e’ questa, una strada che conto sia molto lunga.

Programma Node 2016